Il procuratore capo di Genova Francesco Cozzi ha illustrato le modalità di riscossione da parte dello Stato dei 49 milioni di euro corrispondenti alla truffa sui rimborsi elettorali perpetrata negli anni 2008-2010 ai danni dello Stato, quando il capo del Carroccio era Umberto Bossi, soldi frutto di reato ma usati anche negli anni a seguire da chi ha preso le redini del partito. “Uniformandoci alle procedure seguite in vicende analoghe riguardanti sequestri di somme dovute da aziende e società commerciali – spiega Francesco Cozzi – la Procura si è determinata a indicare modalità di esecuzione, secondo le proposte avanzate con apposita istanza dalla Lega”.

Sostanzialmente i 49 milioni di euro sottratti allo Stato verranno restituiti attraverso l’acquisizione delle somme esistenti sui conti del partito, nell’ordine dei 130-140 mila euro, che vengono immediatamente messi a disposizione e vanno a finire sul Fondo Unitario Giustizia. Poi, dal 2019, verranno effettuati versamenti di 100mila euro ogni 2 mesi, per un totale di 600mila euro, che sono i proventi anche di un immobile, la sede di via Bellerio, che è in dotazione a una società. Infine, le somme eccedenti l’ammontare dei 600mila sul bilancio annuale, senza toccare quanto speso per lo svolgimento delle loro iniziative politiche. Tutto questo riguarda somme future, risparmiando alla Guardia di Finanza la ricerca di somme che potrebbero già essere state spese o non essere più disponibili. “Quello trovato è un modo – sottolinea il Procuratore – per non perdere la cifra dovuta allo Stato dalla Lega e, al contempo, evitare la bancarotta di un partito che rappresenta milioni di persone”.

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