Disse “terun“, terrone, riferendosi a Giorgio Napolitano. E nel frattempo aveva accennato il gesto delle corna con la mano destra . Per questo motivo la Cassazione ha confermato la condanna per Umberto Bossi. L’ex leader della Lega è stato riconosciuto colpevole in via definitiva di vilipendio al presidente della Repubblica e condannato a un anno e 15 giorni di reclusione.

La I sezione penale della Suprema Corte ha anche condannato il senatùr a pagare duemila euro alla Cassa delle Ammende. Diventa definitva dunque la sentenza emessa l’11 gennaio 2017 dalla corte d’Appello di Brescia. In primo grado, invece, Bossi era stato condannato a diciotto mesi dal tribunale di Bergamo.

I fatti risalgono al 29 dicembre 2011 quando ad Albino, in provincia di Bergamo, il fondatore della Lega aveva partecipato alla seconda edizione del Berghém Frecc, la festa provinciale del Carroccio bergamasco. In quell’occasione l’ex leader della Lega insultò l’allora presidente della Repubblica, ma anche l’allora premier Mario Monti.  “Abbiamo subìto anche il presidente della Repubblica che è venuto a riempirci di tricolori, sapendo che non piacciono alla gente del Nord’’, aveva detto Bossi, mentre da chi gli stava vicino sul palco era arrivata anche una voce che indicava le origini di Napolitano.  A quel punto il leader del Carroccio ci aveva messo il carico da novanta: “Mandiamo un saluto al presidente della Repubblica. Napolitano, Napolitano, nomen omen, non sapevo fosse un terun’’.

 

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