Dopo i due ministri all’Ambiente e allo Sport, lascia anche il portavoce dell’Eliseo Bruno Roger-Petit. Il giornalista aveva ottenuto l’incarico solo un anno fa e quest’estate era stato messo sotto accusa per le sue dichiarazioni sul caso Benalla. La decisione, secondo le indiscrezioni del settimanale Challenges poi confermate da France 2, sarebbe stata presa prima di quest’estate. Il cambio è orientato a dare una nuova organizzazione alla comunicazione presidenziale: al suo posto andrà il ghost writer del presidente Sylvain Fort. Secondo l’ultimo sondaggio dell’Ifop, Macron ha perso 10 punti di consensi rispetto a luglio scorso: un crollo di popolarità a cui lo staff presidenziale cerca di correre ai ripari prima delle prossime Europee.

L’ormai ex portavoce di Macron Bruno Roger-Petit ha pagato alcune difficoltà interne nello staff di Macron. Ma soprattutto la gestione del caso Benalla, l’ex collaboratore del presidente della Repubblica ora indagato per violenze avvenute durante le manifestazioni del primo maggio a Parigi. In quell’occasione infatti, durante una conferenza stampa, aveva definito la sanzione di 15 giorni di sospensione e l’abbassamento del salario “una delle più gravi mai comminate a qualcuno”. Le sue frasi erano poi state smentite dagli stessi testimoni dell’inchiesta e a lui era stato contestato il fatto di essersi mostrato poco affidabile e contraddittorio. In quest’ultimo anno, Roger-Petit si è visto pochissimo, quasi un fantasma all’Eliseo: rarissime le sue apparizioni dinanzi alla stampa.

Sono giorni molto tesi per la presidenza. Solo ieri si è proceduto al rimpasto con la nomina di due nuovi ministri all’Ambiente e allo Sport dopo che hanno annunciato il loro addio l’ambientalista Nicolas Hulot e la campionessa olimpica Laura Fressel. Soprattutto il primo caso ha fatto molto rumore: Hulot infatti ha deciso di dare notizia delle sue dimissioni in diretta alla radio, dicendo che non voleva più “mentire a se stesso” e che si era sentito isolato dal governo. Parole molto dure che avranno per forza delle conseguenze.

Articolo Precedente

Venezuela, intesa tra 11 Paesi latini per l’accoglienza dei profughi. Ma è su base volontaria

next