Il debito pubblico dell’Italia rimarrà “molto elevato”, lasciando il paese “più esposto a potenziali shock”. Lo afferma l’agenzia di rating Fitch in una nota, in cui sottolinea fra le criticità la “natura nuova e non collaudata del governo, le considerevoli differenze politiche fra i partner della coalizione e le contraddizioni fra gli elevati costi dell’attuazione degli impegni presi nel Contratto e l’obiettivo di ridurre il debito pubblico. Non è chiaro come queste tensioni politiche saranno risolte”. Per questo motivo l’agenzia Fitch conferma il rating BBB dell’Italia ma rivede al ribasso l’outlook da ‘stabile ‘ a ‘negativo’.

Un giudizio del resto atteso in giornate in cui lo spread è tornato a sfiorare i 300 punti e in cui i due cavalli di battaglia elettorali del M5S, sud e reddito di cittadinanza, si trasformeranno nei temi chiave sui quali il vicepremier Luigi Di Maio e i ministri pentastellati punteranno per la grande partita della manovra. Un solo weekend separa il governo giallo-verde dalle riunioni tematiche che, all’inizio della prossima settimana, metteranno sul tavolo di due piatti “bollenti” dell’autunno: migranti e conti pubblici. Ed è su quest’ultimo dossier che, in queste ore, sale la pressione esterna e interna al governo.

L’economia italiana rallenta. Nel secondo trimestre dell’anno il Pil è cresciuto dello 0,2% contro il +0,3% dei due trimestri precedenti e il +0,4% di metà 2017. Su base annua le cose sono andate un pò meglio, con una crescita dell’1,2% che l’Istat ha rivisto al rialzo rispetto alle prime stime. Ma il ritmo non è comunque soddisfacente per il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti, che ambisce a numeri ben più alti, del 2 o del 3%, da raggiungere anche a costo, se ce ne fosse necessità, di sfondare il famigerato tetto del 3% di deficit. Parole che cadono appunto in una giornata tesa sui mercati con lo spread in rialzo fino oltre quota 290 e Fitch emette il suo giudizio.

L’avversione di alcune parti del governo” dell’Italia “nei confronti dell’Ue e dell’euro rappresentano un ulteriore rischio”, nonostante questo “riteniamo bassa la probabilità che il governo avanzi politiche che minaccino un’uscita” dall’Europa o la “creazione di una moneta parallela”. Nella nota l’agenzia scrive anche: “Non ci aspettiamo che il governo” dell’Italia “duri l’intero mandato, e vediamo un aumento della possibilità di elezioni anticipate dal 2019” sottolineando come “il rischio di elezioni anticipate renderà più difficile per i partiti fare compromessi che alienino le loro basi politiche”.

A Palazzo Chigi non battono un ciglio. “L’agenzia Fitch lascia invariato il suo rating sul debito italiano. Riteniamo questa valutazione ampiamente giustificata alla luce delle attuali condizioni della nostra economia” sostengono fonti del governo Conte. “Ovviamente c’è attesa che venga definito il Documento di economia e finanza del governo e che gli impegni di bilancio per il prossimo anno siano rispettati e le riforme strutturali già annunciate siano attuate. Siamo certi che ci saranno valutazioni integralmente positive, senza alcuna riserva, non appena questi impegni verranno ufficializzati nel documento del governo in preparazione che confermerà l’impegno a proseguire nel percorso di riduzione del debito italiano, come peraltro già più volte comunicato, a realizzare efficaci prospettive di crescita economica e di sviluppo sociale del Paese”.

A Milano intanto il fondatore del M5S incontra José Pepe Mujica, l’ex presidente dell’Uruguay, icona della sinistra globale. Lo incontra in un barber shop di fronte al consolato uruguagio e, in un video pubblicato sul blog, Grillo mette in scena un dialogo tutto incentrato su “intelligenza della povertà”, necessità di mettere al centro la persona, importanza di lavorare meno e meglio. “Il reddito universale per noi è fondamentale”, spiega Grillo che, al presidente “tupamaro” rinverdisce anche “l’utopia” del M5S.

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