Le leggi ci sono da più di trent’anni (legge n. 41 del 1986, integrata dalla n.104 del 1992) ma, secondo quanto affermano alcune associazioni, non vengono rispettate perché nessun capoluogo di provincia delle Marche ha adottato i Piani di eliminazione delle barriere architettoniche (PEBA) e i Piani di accessibilità urbana (PAU) per le persone con disabilità. Gli enti locali sono stati più volte sollecitati ad intervenire, in particolare dal 2012, ma ancora non sono stati scritti né attuati PEBA e PAU. Così l’associazione Luca Coscioni di Ancona e l’associazione Radicali Marche hanno deciso di diffidare, con una lettera inviata via pec il 30 dicembre 2017, la Regione Marche e tutti i comuni marchigiani, tra cui i capoluoghi di provincia risultati inadempienti nessun escluso. Ma solo 12 amministrazioni su oltre 200 hanno risposto, tra l’altro in queste risposte ci sono stati solo degli impegni generici di adozione dei Piani di intervento, e per le organizzazioni nulla è cambiato concretamente. Per questo motivo, il segretario dell’associazione Luca Coscioni di Ancona, Renato Biondini, ha deciso di “continuare la battaglia di civiltà in favore del diritto delle persone disabili alla mobilità” scrivendo una lettera aperta alle massime istituzioni dello Stato dal titolo provocatorio Se questo è un paese civile per “chiedere semplicemente il rispetto della legge e delle più elementari regole di uno stato di diritto, democratico e civile come l’Italia ritiene di essere. Speriamo che le principali istituzioni della Repubblica ci diano una mano a far rispettare le norme vigenti che qui nelle Marche non vengono rispettate”.

Con l’entrata in vigore in Italia della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità del 2006, con la legge n.18 del 3 marzo 2009, il diritto alla mobilità si è qualificato ulteriormente come diritto all’accessibilità, correlato alla realizzazione di alcuni dei più rilevanti principi cui è finalizzata la Convenzione, vale a dire il diritto per i disabili a partecipare a progetti sulla vita indipendente e all’inclusione sociale. “Per noi gli strumenti dei Piani di eliminazione delle barriere architettoniche e quelli sulla accessibilità urbana sono fondamentali – dice Renato Biondini a ilfattoquotidiano.it – perché sono strumenti di programmazione a medio e lungo termine per eliminare tutta una serie di barriere architettoniche e sensoriali che di fatto impediscono alle persone con disabilità di accedere a edifici e spazi pubblici, negando i loro diritti previsti dalla Costituzione e dalle convenzioni internazionali”. Biondini, militante del Partito radicale, da sei anni sostiene attivamente i diritti dei marchigiani con disabilità, che superano tra disabili motori, sensoriali e intellettivi le 8mila persone. “La legge c’è ma non viene applicata, recando molti disagi quotidiani a migliaia di donne e uomini. Gli esempi di ostacoli e inaccessibilità nei trasporti e nei luoghi pubblici sono infiniti – aggiunge Biondini – ma ne faccio solo uno esemplificativo e paradossale. Si tratta di un incontro che abbiamo fatto nel 2013 sulla tematica delle barriere al comune di Ancona, con varie associazioni presso la sala della giunta comunale ai piani superiori. A questo appuntamento era venuto anche Simone Giangiacomi che, però, con la sua carrozzina era rimasto incastrato nell’ascensore perché l’ingresso della porta era troppo piccolo per far entrare la sua carrozzina con suo padre che lo aiutava. Questo ascensore – racconta al Fatto.it Biondini – è rimasto quello di sempre e non è stato reso ancora accessibile”.Qual è il vostro rapporto con le amministrazioni locali sul tema dell’abbattimento delle barriere architettoniche? “Ci tengo a sottolineare che gli enti pubblici delle Marche hanno dimostrato poca sensibilità, spesso con la scusa che non ci sono le risorse economiche ma questo – aggiunge Biondini – è solo un pretesto perché per il rispetto di PEBA e PAU si deve fare un progetto iniziale e organizzare, di anno in anno, una serie di interventi comunque diluiti nel tempo, senza un ingente esborso di risorse”.

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