Di Donald Trump “apprezzo il fatto che abbia seguito ciò che ha promesso agli elettori, come ha fatto con il riconoscere Gerusalemme come capitale d’Israele. Una decisione su cui sono pienamente d’accordo“. Matteo Salvini parla a Lally Weymouth del Washington Post del presidente degli Stati Uniti e finisce per dare una “linea” italiana sulla politica estera. Tanto che il sottosegretario agli Esteri del M5s, Manlio Di Stefano, replica all’intervista con un tweet: “La sede delle ambasciate italiane nel mondo è competenza della Farnesina e questa, oggi, è una buona notizia per chi crede nel processo di pace in Medio Oriente, nel diritto internazionale e nelle risoluzioni Onu. Gerusalemme è capitale dei due Stati, nessun dubbio a riguardo”.

E’ solo uno dei passaggi dell’intervista di Salvini al Washington Post, nel quale il titolare del Viminale parla di Crimea e Israele, ma anche dei rapporti con Mosca. “Lei ha detto che la Russia ha il diritto di annettere la Crimea?”. “C’è stato un referendum“, risponde il vicepremier leghista. Una consultazione “fake”, fa notare Weymouth. “Punti di vista”, insiste Salvini. “Che tipo referendum è stato se c’erano i soldati russi?”, insiste la giornalista. “Paragonalo alla falsa rivoluzione ucraina, una pseudo-rivoluzione fatta da poteri stranieri, simile alle rivoluzioni della Primavera Araba“. E il giornale statunitense decide di inserire una nota all’interno dell’intervista: “Fact-checkers indipendenti non hanno trovato riscontri a questa affermazioni, sebbene si sia diffusa ampiamente dopo che fonti russe l’hanno pubblicata”.

Nel corso del colloquio, Salvini ha ribadito anche di voler sollevare le sanzioni contro la Russia “perché non hanno dimostrato di essere utili e, secondo i dati, danneggiano le esportazioni italiane”. Ha poi definito “molto buono” il suo viaggio a Mosca dove ha incontrato il collega russo Vladimir Kolokotsev. E alla domanda sui presunti fondi ricevuti da Russia Unita, il partito del leader Vladimir Putin, il vice premier risponde: “Sono fake news, abbiamo querelato chi lo ha riportato. Non è vero. Non abbiamo mai preso un euro, un rublo o un dollaro”. Con Russia Unita, spiega, c’è un accordo politico di collaborazione “fra movimenti giovanili su temi culturali ed economici così come li abbiamo con altri partiti come il Fronte Nazionale in Francia e il Partito della libertà in Austria”.

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