In Messico è stato ucciso un altro sindaco, all’indomani del trionfo alle elezioni presidenziali del leader di centro-sinistra del movimento Morena, Andrés Manuel López Obrador. Si tratta di Victor Diaz Contreras, primo cittadino di Tecatitlan, la città nello stato di Jalisco dove sono scomparsi i tre napoletani di cui non si hanno più notizie dal 31 gennaio scorso, il 60enne Raffaele Russo e i due cugini Antonio Russo, figlio di Raffaele, e Vincenzo Cimmino, di 25 e 29 anni. E mentre le indagini non hanno ancora portato a una vera e propria svolta, in Messico si alza il numero di politici uccisi, moltissimi tra sindaci e candidati. Solo prima delle presidenziali 2018 sono più di 140 i politici uccisi, circa 80 i sindaci assassinati durante il governo del presidente Enrique Peña Nieto, iniziato 1 dicembre 2017.

IL SINDACO MORTO A TECALITLAN – Il sindaco Victor Diaz Contreras aveva 27 anni. È stato ucciso a colpi d’arma da fuoco, attaccato da un gruppo di uomini armati mentre era nella sua auto insieme a una funzionaria comunale, che è rimasta ferita nell’agguato ed è tuttora ricoverata in ospedale. I dettagli sono stati resi noti dall’Ufficio del Procuratore dello Stato di Jalisco, Raùl Sànchez. Lo stato messicano di Jalisco è il territorio di uno dei cartelli del narcotraffico più potenti al mondo, la ‘CJNG’, Jalisco Nueva Generacion, fondata a luglio 2010 e guidata da Rubén Oseguera Cervantes, detto “El Mencho”. Oggi controlla 17 dei 32 Stati messicani. E proprio con questo cartello che vanterebbe dei contatti privilegiati don Angel, il personaggio che avrebbe preso in consegna i tre italiani grazie alla collaborazione di alti funzionari corrotti della polizia locale.

UNA SCIA DI SANGUE – Dal 2006 sono morti in Messico oltre 60 sindaci, molti uccisi da bande di criminali. Alle ultime elezioni, tra le cariche da rinnovare c’erano circa 1600 sindaci. A maggio è stato assassinato Alejandro Chávez Zavala, candidato sindaco a Taretan, nello stato di Michoacan. Faceva parte della coalizione composta dal partito di destra Partido de acción nacional (Pan), dal Partido de la Revolución Democrática (Prd) e dal socialdemocratico Movimiento Ciudadano e presentata per contrastare il potere del Partido Rivoluzionario Institucional (Pri). Ad aprile 2018, sempre a Jalisco è stato ucciso Carlos Andrade, sindaco di Jilotln de los Dolores e candidato alla rielezione del partito Movimiento Ciudadano (Mc). Il comune che governava – sulla frontiera con quello di Tepalcatepec, nello stato di Michoacan – si trova in una zona particolarmente colpita dalla criminalità organizzata. A novembre 2017 Victor Manuel Espinoza, sindaco della località messicana di Ixhuatlan de Madero, nello stato di Veracruz, è stato ucciso in un agguato insieme a quattro persone, fra cui la moglie. Questo pochi giorni dopo l’omicidio di un altro sindaco dello stesso stato. Eclatante il caso di Gisella Mota Ocampo. Era appena diventata sindaco di Temxico, nel pericoloso stato di Morelos, ma la campagna contro i narcos le costò la vita: quattro killer del crimine organizzato la freddarono in casa sua a gennaio 2016. Era membro del gruppo di sinistra del Partito della Rivoluzione Democratica (Prd), vicino all’ex candidato presidenziale Andres Manuel Lopez Obrador e lo slogan della sua campagna era stato: “Ripulire la città dai narcos”.

D’altro canto non era andata meglio alle elezioni politiche e comunali del 2015, vissute in un clima di paura e violenza, con bande di narcotrafficanti che spadroneggiavano nelle regioni più a rischio del Paese, uccidendo candidati che considerano scomodi. Tra le vittime Miguel Angel Luna, sindaco di Valle de Chalco, a sudest di Città del Messico, e candidato deputato del Partito della Rivoluzione Democratica (Prd, sinistra) ucciso da uomini armati mentre si trovava nel suo quartiere generale elettorale. Enrique Hernandez Salcedo, invece, candidato sindaco di Yurecuaro, sulla frontiera fra Michoacan e Jalisco, fu ucciso il 15 maggio 2015 durante un comizio elettorale. Era un ex leader dei cosiddetti “gruppi di autodifesa”, sorti a Michoacan per denunciare la collusione fra le autorità locali e le bande dei narcos.

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