Nel giorno della Pontida leghista, la foto di Maria Benedicta Chigbolu, Ayomide Folorunso, Raphaela Lukudo e la loro capitana Libania Grenot che mostrano la bandiera italiana e sorridono per la medaglia d’oro appena conquistata nella staffetta 4×400 è esplosa sui social network. Commentata e condivisa come simbolo di un Paese multirazziale, aperto e antirazzista. Fino ad arrivare alla politica: “La notizia più bella di ieri, intanto, arriva dai Giochi del Mediterraneo, non da Pontida. Vince l’Italia che non ha paura”, ha scritto il senatore Pd Matteo Renzi. Ma sono arrivati anche i complimenti del ministro dell’Interno Matteo Salvini: “Bravissime, mi piacerebbe incontrarle e abbracciarle. Come tutti hanno capito il problema è la presenza di centinaia di migliaia di immigrati clandestini che non scappano dalla guerra e la guerra ce la portano in casa, non certo ragazze e ragazzi che, a prescindere dal colore della pelle, contribuiscono a far crescere il nostro Paese”, si legge in un post su Facebook.

Siamo a Tarragona, Giochi del Mediterraneo, dove l’Italia ha dominato conquistando 156 medaglie e il primato nella classifica per Nazioni. La pista d’atletica ha trainato la delegazione azzurra, guidata dal fresco recordman italiano nei 100 Filippo Tortu. Ma l’ultima vittoria, quel 3’28”08 in 1600 metri inframezzati dal passaggio di un testimone, è diventata virale per un’immagine che stride rispetto alla cronaca degli ultimi giorni e racchiude la storia di chi, da migrante, è riuscita poi a portare il Paese che l’ha ospitata sul gradino più alto del podio. Ecco chi sono le quattro vincitrici della 4X400: italiane e velocissime.

Libania Grenot – L’eccezione è Grenot, cubana, italiana per matrimonio (nel settembre 2006) e primatista azzurra di 200, 400 e 4×400. E’ la più esperta del quartetto, ha vinto medaglie agli europei e corso finali olimpiche. Si allena in Florida, quando torna in Italia si ferma a Tivoli. La cittadinanza è arrivata ad aprile 2008 e da quel momento è diventa leader anche nella squadra azzurra. Da leader, è lei nella foto a tenere in alto la bandiera italiana.

Maria Benedicta Chigbolu – Ha cinque fratelli. La mamma Paola è insegnate di religione, il padre Augustine è un consulente internazionale nigeriano. Chigbolu ha 29 anni, parla romano e ha iniziato a fare atletica grazie a un professore dell’Istituto magistrale socio psicopedagogico Vittorio Gassman della Capitale. Reclutata nell’Esercito, ora si allena a Rieti ed è fidanzata con un quattrocentista, Matteo Galvan. Laureata in Scienze dell’educazione e della formazione, in passato ha anche fatto la fotomodella, ma soprattutto ha vinto il bronzo europeo della 4×400 nel 2016, prima di realizzare il primato italiano con la staffetta azzurra ai Giochi di Rio 2016.

Ayomide Folorunso – Lei in Nigeria ci è nata, ma quando aveva 7 anni con i genitori è arrivata a Fidenza: il padre Emmanuel è geologo minerario. AI Mondiali under 18 avrebbe potuto vincere le prime medaglie per l’Italia, ma ha ricevuto il passaporto pochi giorni dopo. Ci ha pensato negli anni successivi a togliersi le soddisfazioni negate: è campionessa europea under 23 in carica dei 400 ostacoli, primatista italiana con la 4×400 all’aperto e indoor. A Rio 2016, già arruolata nelle Fiamme Oro, è arrivata fino in semifinale. Tra due anni a Tokyo punterà più in alto. Intanto studia medicina per diventare pediatra.

Raphaela Lukudo – Raphaela è nata ad Aversa da famiglia originaria del Sudan, ma si è trasferita a Modena da quando aveva 2 anni e dal 2015 si allena a Roma. Ha scoperto l’atletica nel 2006, con il Mollificio Modenese, e in pochi anni è diventata una promessa. Da tre anni si allena nel centro sportivo dell’Esercito. Nella stagione indoor 2018 ha conquistato il suo primo titolo assoluto sui 400 metri scendendo a 53.08, ottava italiana di tutti i tempi. A 24 anni studia Scienze motorie e aspetta le prossime Olimpiadi.

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