I processi nella tendopoli – tra caldo e zanzare- non ci saranno più. Sono state state smontate le strutture che per circa un mese sono state il simbolo visivo della situazione di emergenza che sta vivendo da fine maggio a questa parte la giurisdizione penale a Bari, costretta prima nelle tende a causa della inagibilità del Palagiustizia di via Nazariantz, a rischio crollo, e ora, in parte, a subire una sospensione. Già da una settimana, però, le udienze non si celebravano più nelle tre tensostrutture. A sospendere processi, prescrizione e indagini è intervenuto un decreto legge del Governo, duramente contestato nei giorni scorsi da magistrati e avvocati. “Il ministro ed i suoi collaboratori – ha detto oggi il presidente della Camera penale di Bari, Gaetano Sassanelli – hanno ottenuto quella che, a detta loro, era la priorità, ed hanno quindi motivo di esser orgogliosi, come pubblicamente dichiarato in occasione dello scellerato decreto legge che ha reso possibile tale risultato. Al contrario, la Camera penale di Bari, insieme ormai a tutti gli avvocati italiani, non ha ancora ottenuto l’unico risultato che importa, ovvero la ripresa dei processi”. Ad avvocati e Anm il mese scorso era stato chiesto addirittura di pagare i bagni chimici.

Almeno fino al 30 settembre si celebreranno solo i processi urgenti, quelli per mafia e terrorismo, quelli con imputati detenuti, le udienze di convalida degli arresti, direttissime e udienze di Riesame su misure cautelari. Nelle tende per quattro settimane, dal 28 maggio al 22 giugno, si sono invece celebrati i rinvii di circa 4mila processi penali ordinari, tra temperature molto alte, zanzare, visite notturne di gatti, e un allestimento da campo fatto di fogli di carta attaccati col nastro adesivo con la scritta “La legge è uguale per tutti”, a ricordare che anche quella tendopoli, in fondo, era un Tribunale, un pezzo di Stato.

Nei prossimi tre mesi Procura e Tribunale – come riporta l’Ansa – hanno calcolato che si accumuleranno circa 60mila notifiche per le cancellerie sfollate, il ministero della Giustizia sta lavorando alla individuazione di una sede unica – in attesa della realizzazione del Polo della Giustizia nelle ex Casermette – che possa accogliere, a partire da ottobre, tutti gli uffici penali. La ricerca di mercato avviata nelle scorse settimane ha portato sul tavolo del ministro, Alfonso Bonafede, sei proposte di immobili e su due di queste sono in corso verifiche da parte dei tecnici di via Arenula.

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