È da stamattina che sto litigando sui social con altri miei concittadini sulla questione Aquarius. È da stamattina che provo a fare qualcosa per quello che posso, da cittadino, da giornalista, da maestro: ho lanciato l’idea del tweet #restiamoumani al ministro Matteo Salvini. Ho scritto al ministro Danilo Toninelli in privato. Nulla servirà. Anzi mi chiedevo: ma dove sono quelli del mondo dell’associazionismo, quelli che vanno ad Assisi con le bandiere della pace, quelli che si proclamano antimafia, per i diritti umani, il sindacato? Dove sono? Hanno dimenticato anche loro la piazza?
Non ho le bende agli occhi. So che esiste un problema “profugopoli”, di sfruttamento dei migranti ma ora su quella nave ci sono 629 persone tra cui 123 minorenni e 11 bambini. Sono lì ora, su una barca in mezzo al mare, sotto il sole e avvolti dal nero della notte. Lì a bordo ci sono delle vite umane. E il problema non è più nemmeno Matteo Salvini, che ora da ministro farà tutto quello che vuole (poveri noi), ma gli italiani. Gli “italiani brava gente” non ci sono più.
Una di queste italiane mi ha scritto: “Quella non è una carretta ma una buona nave e sono assistiti”. Un altro ancora (errore grammaticale compreso): “Veramente ha sfruttare l’Africa e il suo territorio sono le grandi multinazionali e i signori delle armi. Questi sono i veri fascisti, no il popolo italiano”. E ancora una donna: “E da oggi sarà sempre così. Visto che la nave che ha soccorso questi ultimi è di bandiera olandese, mandiamoli un tweet perché li portino in Olanda, che lì hanno bellissimi porti”. E un’altra: “Perché noi ci dobbiamo commuovere e gli altri se ne fregano, mi dispiace ma siamo in Europa?”.
Sono stato a Lampedusa a cercare di comprendere meglio il fenomeno. Sono salito su una di queste navi delle Ong di altri Stati. Son tornato a casa anch’io con qualche interrogativo. Ma i problemi non si risolvono con le “provocazioni” quando ci sono di mezzo vite umane.
A me oggi preoccupano gli italiani. Se su Aquarius ci fosse tuo figlio, caro italiano che parli davanti a uno schermo, che faresti? Dai fallo questo sforzo di pensare che a bordo di quella comoda imbarcazione c’è il tuo bambino. Tanto non ti costa nulla, lo devi solo immaginare. Sei mai stato in mezzo al mare per ore e ore quando è notte? A leggere quello che scrivono le persone in queste ore su social viene il vomito.
Parlano di Africa senza essere mai stati. Parlano di stare in mezzo al mare mentre stanno con il loro culo seduti su una poltrona. Parlano di quella barca ma loro stanotte hanno dormito nel loro letto dopo aver dato il bacio della buonanotte al figlio. Parlano di povertà senza aver mai messo piede in un centro di accoglienza, in un campo sinti, in una periferia, in un campo di raccolta di pomodori o di tabacco in Mozambico o Tunisia. Parlano di Kenya dopo essere stati in vacanza chiusi nei loro resort con il “negretto” che li serviva e riveriva.
Snocciolano numeri senza aver mai guardato negli occhi un tunisino, un senegalese, una di quelle ragazze nigeriane che finiscono sulla strada. Fanno i difensori dei diritti umani citando lo sfruttamento agricolo senza chiedersi chi sta dietro, senza inseguire uno di quei furgoni che ogni mattina passa a prendere i migranti sulle piazze. Se la prendono con i migranti perché gli italiani li sfruttano. Citano le prostitute dimenticando che ad andare con quelle donne non sono dei marziani ma i loro padri, i loro fratelli o amici.
Ah no, scusate: qualche volta fanno anche la carità, davanti alla Chiesa, al cimitero. La fanno senza nemmeno chinarsi ma buttando una monetina dall’alto al basso nel cappello di quel profugo, clandestino sfruttato che se stesse a casa sua è meglio (e in realtà lo pensa pure lui). Questi italiani sono l’Uomo nero di Brunori Sas. L’avete ascoltata qualche volta questa canzone?
Non lo nego. Qualche volta anch’io su un treno regionale tra la musica indiana e le urla dei numerosi bambini di una famiglia africana, sono stato uomo nero ma mi sono fatto schifo da solo!
E ora a me questi italiani fanno schifo! Il problema non è Salvini, sono gli italiani ignoranti!