Roberto Fico farà giovedì 26 aprile un secondo giro di consultazioni con le delegazioni di Pd e M5s, poi salirà al Colle per riferire le sue valutazioni sui margini di trattativa per fare un governo. Fico incontrerà la delegazione democratica alle 11 e quella dei Cinquestelle alle 13. Tra le ipotesi sul tavolo c’è anche quella che il capo dello Stato conceda più tempo al presidente di Montecitorio. Il mandato esplorativo viaggia tra segnali di apertura e nuovi ostacoli interni ai partiti. I leader sono impegnati nelle commemorazioni della festa della Liberazione, ma le trattative, anche a distanza continuano. Da una parte il Partito democratico continua ad essere diviso all’interno: Piero Fassino sulla Stampa si è rivolto all’ex segretario Matteo Renzi (“Errore tirarsi indietro”), mentre il segretario reggente Maurizio Martina ha fatto un appello ai suoi (“Basta hashtag, il Pd faccia la sua parte”). Intanto però l’ex leader, in piazza a Firenze, fermava i passanti per chiedere cosa farebbero loro: “Lo fareste un governo Pd-M5s?”, era la domanda. E soprattutto sul dibattito piomba una proposta che mette ulteriormente in difficoltà il reggente: “Renzi ritiri le dimissioni” dice il sottosegretario uscente Antonello Giacomelli, un tempo componente della corrente di Franceschini ma ora un po’ più “autonomo” (e vicino alle posizioni dell’ex premier”. Dall’altra parte, infine, il M5s cerca di mantenersi compatto dietro il leader senza sfociare in troppe polemiche. Il timore è che la base non accetti l’accordo con i democratici e che, qualsiasi tipo di intesa porti a danneggiarli.

Fassino: “Errore tirarsi indietro, Renzi dia un contributo”
Intanto, nel clima di divisione dentro il Partito democratico, fanno rumore le parole di Piero Fassino. Che, intervistato dalla Stampa, si rivolge direttamente all’ex segretario. “Renzi ha sempre chiuso a ogni accordo. Cambierà idea?” gli chiedono. L’ex ministro risponde: “Penso che sarebbe un grave errore ritirarsi. E Renzi può dare un contributo prezioso ad aprire una nuova fase. C’è una sollecitazione del presidente della Repubblica e il momento è delicato: quali sono le alternative? Conosco Matteo come un innovatore e che non teme le sfide. Capisco i dubbi, ma dobbiamo almeno verificare se ci sono le condizioni per dare un governo al Paese”. Sulla possibilità di fare un referendum tra gli iscritti, “in quale forma è da decidere, ma dobbiamo senz’altro coinvolgere la nostra gente in qualunque scelta”. Due i fattori su cui bisogna ragionare, secondo il responsabile Esteri del Pd: da una parte le tre minoranze che devono provare un’intesa; dall’altraavevamo detto ‘Tocca a loro’ perché destra e 5 Stelle avevano preso più voti ed era giusto riconoscerlo”, ma ora “sappiamo che quel tentativo è abortito. E Di Maio lo ha certificato ufficialmente”. Insomma, ricordando gli attacchi del M5s al Pd, il tema è “che governo dare all’Italia oggi, non una rassegna retrospettiva su quel che ciascuno ha detto”.

Martina: “Le parole di Di Maio molto nette”
Di apertura anche le parole del segretario reggente Maurizio Martina: “Escludere una trattativa tra Lega, M5s e centrodestra è un passaggio che avevamo chiesto e effettivamento le parole di Di Maio ieri sono state molto nette, molto chiare”, ha commentato ai microfoni di Rainews24, a margine del corteo per il 25 aprile a Roma. “Dobbiamo essere all’altezza di un passaggio molto complesso che non abbiamo voluto noi ma si è determinato per l’incapacità di altri: dobbiamo avere rispetto di tutte le opinioni e ragionare come comunità. Se si è arrivati fin qui, questa volta proprio non è colpa del Pd. E se ci si carica di una responsabilità è perché altri hanno fallito”. Poi ha continuato: “Grande rispetto per la nostra discussione: avremo una direzione in cui ci si ascolta e insieme si prende una decisione. Lasciamo da parte gli hashtag e facciamo politica. Abbiamo bisogno di tutti per questo passaggio, per lavorare di fronte a questo scenario molto complesso. Abbiamo bisogno di tutte le forze del Pd. Tutte. E non possiamo semplificare questo lavoro nelle logiche comunicative dei renziani e degli antirenziani, dei martiniani e degli antimartiniani. Basta, basta. Prendiamoci davvero lo spazio per un lavoro e dimostriamo al Paese che siamo gli unici a poter fare questo lavoro per l’Italia. Poi decideremo insieme e quel che decideremo insieme impegnerà tutti”.

Giacomelli: “Renzi ritiri le dimissioni e guidi il partito in questa fase”
Ma mentre Renzi comincia a uscire dal guscio fino a provocare i passanti in piazza per il 25 aprile chiedendo “Lo volete un governo con il M5s?”, uno dei suoi sostenitori nel partito, il sottosegretario uscente alle Comunicazioni Antonello Giacomelli, introduce un tema di discussione che aggrava ulteriormente il clima: “Senza mettere in dubbio la stima per le persone – dice – credo davvero che dovremmo chiedere a Matteo Renzi di ritirare le sue dimissioni e guidare tutto il partito in questo confronto. Si tratta di una verifica importante, per i diversi scenari che possono aprirsi ed il Pd non può affrontarla con un assetto provvisorio, con una gestione transitoria, con il suo leader politico defilato”. Per l’esponente democratico “se una cosa non fa difetto a Renzi, è il coraggio di assumersi la sua responsabilità nei passaggi più delicati. Ecco, questo è un passaggio molto delicato, da cui possono dipendere molte cose. Penso quindi che tocchi a lui condurre il partito in un confronto senza sconti e senza pregiudizi per dire tutti insieme in modo impegnativo, chiaro e trasparente al Presidente della Repubblica e al paese se ci sono o non ci sono le condizioni perché il Pd assuma una responsabilità che fin qui non abbiamo in alcun modo previsto di assumere”.

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