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Migranti, la vicenda di Catania e altri atti disumani

Migranti, la vicenda di Catania e altri atti disumani
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Sono convinto che ogni persona dotata di un minimo di senso di umanità si sarebbe comportata come i volontari spagnoli dell’organizzazione ProActiva Open Arms rifiutando di consegnare i migranti che avevano salvato ai loro aguzzini libici. E questo non solo per indiscutibili motivazioni di carattere etico, ma anche per l’esistenza di una norma giuridica ben precisa, da molto tempo presente nell’ordinamento internazionale e in quelli interni, che impone alle navi e ai loro equipaggi l’obbligo di salvare chiunque si trovi in condizioni di difficoltà. Scampati alle armi dei libici, i volontari spagnoli sono stati incriminati dal procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro, non nuovo a imprese di questo genere.

Questa scelta rientra evidentemente nel tentativo di imporre un quadro di disumanità alla società civile come nuovo orrendo parametro di diritto vigente. È noto come la guardia costiera libica, foraggiata e istruita dall’Italia, è parte di un sistema per cui sono stati documentati rapporti con la mafiaaccusato dall’Onu di compiere crimini di ogni genere: dalle torture agli stupri, nei confronti dei richiedenti asilo, e ha esteso il proprio raggio d’azione nel Mediterraneo con il beneplacito del governo italiano, ben lieto di poter scaricare su altri, anche se si tratta di criminali patentati, il lavoro sporco di far fuori i richiedenti asilo. La stessa logica, sia detto per inciso, che ha portato l’Unione europea a erogare altri tre miliardi di euro a Erdogan, nel momento in cui il tiranno turco spinge le sue truppe e i suoi ausiliari jihadisti al massacro del popolo curdo e di altri popoli ad Afrin, e sta portando avanti processi farsa contro chiunque, si tratti di avvocati, magistrati, intellettuali, accademici, sindacalisti o altro, osi dissentire da lui. La repressione dell’immigrazione diventa un business per ogni sorta di criminali internazionali.
E’ noto come i migranti, se riescono ad approdare sul suolo italiano, vengano sfruttati nuovamente da mafie di ogni genere. Chiunque tenti di opporsi allo sfruttamento dei migranti nei campi, come Marco Omizzolo, diventa immediatamente bersaglio di intimidazioni e ritorsioni.
Ci troviamo quindi di fronte a un sistema ben strutturato a livello internazionale e nazionale che punta in primo luogo a impedire a ogni costo che migranti e richiedenti asilo approdino sulle coste italiane, facendoli affogare nelle acque del Mediterraneo ovvero rinchiudere nei veri e propri lager messi in piedi dalle varie bande armate che costituiscono lo Stato libico dopo la caduta di Gheddafi. Se qualcuno arriva in Italia, poi, ce ne si disinteressa completamente, lasciandolo in balia delle mafie che lucrano in vario modo dalla loro presenza. Alle mafie conviene ovviamente che i migranti e i richiedenti asilo siano abbandonati a se stessi.

Su questo sistema registriamo la complicità politica di chi, come Matteo Salvini, sa abbinare la diffusione dell’odio contro i “negri” alla rappresentanza dei ceti imprenditoriali che li sfruttano sul lavoro. Uno spregiudicato imprenditore politico che ha scelto di lucrare sulle paranoie anti-immigrazione che alimentano i tanti piccoli Luca Traini e Roberto Pirrone che rappresentano il meglio dell’italianità sul mercato. Piccoli ometti codardi e frustrati che si sfogano con i più deboli. D’altronde anche Luigi Di Maio a suo tempo blaterò di “taxi del mare” e oggi i Cinquestelle manifestano apprezzamento per Minniti. Lo sconquassato e avvilente sistema politico italiano parla la stessa lingua: paranoia e frustrazione.
Un sistema caratterizzato da profonda disumanità come propria cifra distintiva. Vogliono impedirci di restare umani anche con la minaccia dell’incriminazione penale.
I settori più retrivi della magistratura sono all’avanguardia in questa opera di disumanizzazione e non solo in Italia. Si veda il caso della guida alpina francese che rischia la pena di cinque anni per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina per aver aiutato una migrante incinta. Ovvero, da ultimo, il davvero inqualificabile “Protocollo” con il quale la sezione specializzata del Tribunale di Venezia ha inteso indebitamente comprimere il diritto di difesa dei richiedenti asilo, con tanti saluti allo Stato di diritto oltre che all’umanità.
Mala tempora currunt, un sistema sempre più disumano sperimenta sulla pelle dei migranti la trasformazione dei cittadini in disumani burattini pronti a dimenticarsi di essere esseri umani. Nessuno si illuda che solo i migranti saranno le vittime di questa disumanizzazione galoppante.

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