In una Calabria in cui i costi della Sanità superano quelli regionali, dove gli ospedali sono declassati o chiusi, può capitare che un medico venga assunto come primario per un reparto che non c’è. Ci troviamo a Praia a Mare, al confine con la regione Basilicata.
Luciano Tramontano, già facente funzioni di direttore nella struttura, prima che diventasse un CAPT (centro assistenza primaria territoriale) pur di venire nominato primario, ha rinunciato alle spettanze che gli competono dal 2010, quando vinse il concorso. Da allora, però, l’ospedale ha perso l’Unità Operativa Complessa di Medicina Interna che richiede appunto la presenza di un medico chirurgo. L’anno scorso al riguardo si è pronunciato il Consiglio di Stato che ha imposto la riapertura dell’ospedale di Praia, con la sentenza 1153/2017. E il direttore generale dell’Asp di Cosenza, il dottor Raffaele Mauro, ha provato a far quadrare il cerchio nominando Tramontano primario. Ma sempre un cerchio rimane, perché la struttura è ancora un centro di assistenza primaria, e il reparto di Medicina Interna non è neanche stato allestito. Tanto che il Commissario per la Sanità, Massimo Scura, è andato su tutte le furie: “Questo fa parte delle irrazionalità dei direttori generali” ci risponde, lapidario. “Non è che li nomino io i primari. Ho già scritto tassativamente al direttore generale che non inserisca il punto di primo intervento di Praia a Mare nella rete di emergenza-urgenza. Perché se i cittadini vanno nella struttura pensando che ci sia un ospedale che ancora non c’è, si creano danni ai cittadini”.
Sulla carta le stanze del reparto ci sono. Il primario pure, mancano solo i pazienti che “però non hanno posti”, almeno a Praia.
Sostieni ilfattoquotidiano.it: mai come in questo momento abbiamo bisogno di te.
In queste settimane di pandemia noi giornalisti, se facciamo con coscienza il nostro lavoro,
svolgiamo un servizio pubblico. Anche per questo ogni giorno qui a ilfattoquotidiano.it siamo orgogliosi
di offrire gratuitamente a tutti i cittadini centinaia di nuovi contenuti: notizie, approfondimenti esclusivi,
interviste agli esperti, inchieste, video e tanto altro. Tutto questo lavoro però ha un grande costo economico.
La pubblicità, in un periodo in cui l'economia è ferma, offre dei ricavi limitati.
Non in linea con il boom di accessi. Per questo chiedo a chi legge queste righe di sostenerci.
Di darci un contributo minimo, pari al prezzo di un cappuccino alla settimana,
fondamentale per il nostro lavoro.
Diventate utenti sostenitori cliccando qui.
Grazie
Peter Gomez
GRAZIE PER AVER GIÀ LETTO XX ARTICOLI QUESTO MESE.
Ora però siamo noi ad aver bisogno di te.
Perché il nostro lavoro ha un costo.
Noi siamo orgogliosi di poter offrire gratuitamente a tutti i cittadini centinaia di nuovi contenuti ogni giorno.
Ma la pubblicità, in un periodo in cui l'economia è ferma, offre ricavi limitati.
Non in linea con il boom accessi a ilfattoquotidiano.it.
Per questo ti chiedo di sostenerci, con un contributo minimo, pari al prezzo di un cappuccino alla settimana.
Una piccola somma ma fondamentale per il nostro lavoro. Dacci una mano!
Diventa utente sostenitore!
Con riconoscenza
Peter Gomez