Da oggi i bambini saranno difesi a spada tratta in Rete. A offrire uno scudo per proteggere i minori dai rischi che corrono online è Telefono Azzurro, che in occasione della Giornata mondiale della sicurezza digitale ha proposto a Facebook, alla Rai, all’Agi, a Csr Manager Network, a Smemoranda e ad altre aziende di firmare la Carta di Milano. Dieci punti che impegnano i sottoscrittori a rispettare la dignità del minore. Una risposta concreta ai dati presentati oggi da DoxaKids che fotografano un mondo di smanettoni digitali impauriti ed esposti a parecchi rischi in Rete. Il 41% (la percentuale sale al 43,7% per i bambini tra 8 e 11 anni) degli adolescenti tra i 12 e i 18 anni ammette di aver timore di fare incontri con malintenzionati in Rete e il 24,7% ha paura di ricevere richieste per vedersi di persona proprio attraverso il personal computer.

Un mondo, il 32,8% di coloro che hanno 12-14 anni, che ammette di conoscere qualcuno della propria età che guarda video con contenuti pornografici. I ragazzi che frequentano le scuole medie e superiori sono molto preoccupati dell’utilizzo da parte di altri di propri dati senza consenso (22,6%); il 59% inoltre confida di aver vissuto un’esperienza spiacevole nelle dirette streaming. La preoccupazione maggiore, tuttavia, per chi ha tra i 12 e i 18 anni è quella di subire atti di cyberbullismo mentre per i più piccoli quella di leggere frasi volgari e violente.

Un altro problema emerso è quello dell’uso del denaro in Rete: il 23,6% dei minori che sono nella fascia 8-11 anni denuncia il fatto che vi è il rischio di spendere soldi senza rendersene conto. A dare un aiuto ai bambini è la Carta di Milano che impegna le aziende a disporre delle più efficaci procedure per la segnalazione e la tempestiva rimozione di materiale illegale o dannoso per bambini e adolescenti (ad esempio pedopornografico), non appena vengano a conoscenza della presenza di tale materiale su piattaforme di loro gestione.

Secondo questo documento le società dovranno adottare sistemi di protezione specifici a tutela dei dati personali dei minori. Queste misure preventive non dovrebbero prevedere l’innalzamento della soglia di età per l’uso dei social network dai 13 ai 16 anni. Non solo. I firmatari dovranno individuare soluzioni innovative per il crescente problema dell’esposizione dei minori a materiale pornografico su internet. Tra le altre cose, dovranno supportare l’adozione di un sistema di verifica dell’età simile a quello in fase di sviluppo nel Regno Unito.

Una soddisfazione per il presidente di Telefono Azzurro Ernesto Caffo che ha promosso la “Carta”: “Le aziende hanno compreso che devono fare la loro parte. I bambini oggi devono diventare soggetto della Rete e non un oggetto di mercato. Da questa consapevolezza dobbiamo passare a delle azioni concrete. Non basta il lavoro fatto in queste giornate. Vanno innalzate le misure di protezione della privacy dei minori. I ragazzi oggi navigano di nascosto, senza lasciare traccia. Diventano sempre più abili a nascondersi ai genitori; sono preoccupati da ciò che possono incontrare in Rete ma non ne parlano con gli adulti”. Caffo si schiera contro l’idea di licenziare i docenti che sono online con i ragazzi: “Il mondo della scuola è stato travolto dal digitale non basterà mettere nel contratto una rigida regola ma bisogna entrare nel merito del problema”.

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