La Procura generale della Corte dei Conti della Lombardia ha notificato un avviso preliminare all’ex ad di Expo e sindaco di Milano, Giuseppe Sala, all’ex manager Expo Angelo Paris e all’ex presidente di Ilspa Antonio Rognoni per un presunto danno erariale da 2,2 milioni di euro in relazione alla fornitura degli alberi per l’Esposizione Universale. E’ emerso a margine dell’udienza preliminare a carico del primo cittadino milanese e di altri imputati. Sotto inchiesta l’assegnazione diretta della fornitura degli alberi alla Mantovani Spa per il sito di Rho Pero.

Al centro delle contestazioni dei magistrati contabili c’è la fornitura di 6mila alberi destinati al sito di Expo, parte del capitolo verde della maxi-gara d’appalto sulla Piastra, vinta dalla stessa società. La Mantovani, a cui la fornitura era stata affidata direttamente per 4,3 milioni di euro, era poi riuscita a subappaltare la commessa a un’altra ditta per “appena” 1,7 milioni. Su questa differenza di prezzo si concentra l’indagine della Corte dei Conti, come hanno già fatto i sostituti pg Vincenzo Calia e Massimo Gaballo, che hanno chiesto il rinvio a giudizio per Sala contestando l’abuso d’ufficio, tra le altre cose per il fatto che mancava il requisito dell’urgenza per giustificare l’affidamento diretto. Il sindaco è già a processo per falso materiale e ideologico perché avrebbe modificato i verbali della commissione giudicatrice della Piastra, mentre è stata chiesta per lui l’archiviazione per la turbativa d’asta.

“L’affidamento diretto è legittimo”, ha chiarito il difensore del sindaco di Milano, Salvatore Scuto, precisando che Sala, in qualità di ad e commissario Expo, ha utilizzato “le deroghe che erano già in vigore” alle procedure ordinarie, stabilite dal governo per consentire di ultimare in tempo i lavori entro l’1 maggio del 2015, quando i cancelli di Expo si sarebbero dovuti aprire. L’avvocato Scuto ha anche spiegato che il prezzo di 4,3 milioni di euro per i 6mila alberi era stato fissato “da altri”. Il prezzo “è quello indicato da MM – chiarisce il legale – poi il responsabile unico del provvedimento (il dg di Expo Angelo Paris, anche lui indagato, ndr) doveva controllare e secondo la Corte dei conti anche Ilspa sarebbe dovuta intervenire sulla congruità dei prezzi” perché aveva stipulato “un contratto di service con Expo” su tutte le gare d’appalto.

Nel processo penale il legale di Sala ha anche sostenuto che il capo d’imputazione per abuso d’ufficio “è nullo”, come ha detto durante l’udienza preliminare che si è tenuta oggi. L’avvocato ha spiegato che la Procura generale, che avocò l’inchiesta sulla Piastra sfilandola di mano ai pm di Milano, poteva chiedere il rinvio a giudizio solo per i reati contestati inizialmente nell’indagine, cioè corruzione e turbativa d’asta, e non anche per “fatti nuovi” come l’abuso d’ufficio per una parte del capitolo “verde” dell’appalto. Da qui, secondo la difesa, “la nullità della richiesta di rinvio a giudizio”. Su questa e altre eccezioni il gup Campanile deciderà il 22 febbraio. La società Expo non si è costituita parte civile.

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