“L’assenza di risposte concrete immediate rappresenta la chiara volontà politica di rimandare alla prossima legislatura la risoluzione di una situazione che sfiora il caos”. Si intensificano le proteste degli insegnanti di infanzia con diploma magistrale conseguito entro l’anno scolastico 2001-2002 che, dopo la sentenza del Consiglio di Stato dello scorso 20 dicembre rischiano di non essere inseriti nelle graduatorie ad esaurimento e di non aver diritto a una cattedra. Riuniti sotto le bandiere dei sindacati Sgb, Usb e di “Potere al Popolo”, i maestri e le maestre hanno manifestato ieri a Bologna, fuori da Palazzo Re Enzo, mentre era in corso “Futura”, la kermesse sull’innovazione digitale. Ospite principale la ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli. Che in un primo momento aveva chiesto di attendere il parere dell’Avvocatura dello Stato sulla sentenza, promettendo un tavolo e soluzioni adeguate (guarda il video). Dopo un mese, gli insegnanti temono di essere abbandonati, che venga tutto rimandato alla prossima legislatura, a chissà quale governo. Timori che a Bologna la ministra non aiuta a smentire: “I maestri e le maestre che protestano fuori? Non li ho visti”, si smarca la Fedeli. E mette in chiaro di non avere intenzione di tornare sull’argomento: “Per favore parliamo del digitale, parliamo delle esperienze di questi straordinari ragazzi”. In contemporanea sono stati convocati presidi e fiaccolate anche in altre città, come Milano e Torino, ed è stata annunciata la volontà di intensificare le giornate di sciopero da qui alle elezioni del 4 marzo

Articolo Precedente

Scuola, i “super presidi” di Renzi fanno anche gli avvocati: “Chiamati spesso a rappresentare il ministero in tribunale”

next
Articolo Successivo

Università, il calo di iscrizioni è solo una parte del problema

next