Un terremoto di magnitudo 7.6 ha colpito l’Honduras martedì, facendo scattare un’immediata allerta tsunami per le coste caraibiche vicine. Le scosse sono state avvertite quando in Italia erano le 3.51 di mercoledì notte e al momento sono state classificate come “superficiali”. L’US geological survey ha individuato l’epicentro a circa 44 chilometri ad Est della Great Swan Island, in Honduras. Subito Cuba, Messico, Honduras, Belize e Giamaica hanno emesso avvertimenti “di minaccia” di onde fino a un metro di altezza. Secondo il Centro allerta tsunami del Pacifico (Ptwc), le coste dei paesi sopraelencati potrebbero essere raggiunte da onde anomale. Al momento nessuno tsunami è stato confermato, nonostante l’allerta emessa in seguito al sisma per le coste caraibiche entro i 1.000 km dall’epicentro.

Anche l’Agenzia dell’Honduras per la gestione delle emergenze, nota come Copeco, ha emesso un allarme di tsunami di 10 ore per tre zone costiere. Il presidente Juan Orlando Hernandez ha detto che le autorità hanno attivato il sistema di emergenza del Paese, ma ha esortato le persone a mantenere la calma.  La costa nordorientale dell’Honduras è scarsamente popolata, in gran parte coperta da riserve naturali. Alcune persone nella capitale Tegucigalpa hanno detto di non aver avvertito la scossa. Il sisma ha provocato danni non gravi solo ad alcune strutture sulla costa nordest dell’Honduras: al momento non si registrano infatti morti né feriti. Crepe negli edifici sono apparse in particolare nella parte settentrionale dei dipartimenti settentrionali di Colon e Atlantida e nel nor-dest di quello di Olancho.

Un terremoto che ha sprigionato un’energia quasi 30 volte superiore a quella del sisma di Norcia del 30 ottobre 2016. Lo ha provocato l’attivazione della faglia lunga quasi 100 chilometri che separa la placca caraibica da quella del Nord America: i lembi sono scivolati l’uno contro l’altro con un movimento orizzontale di quasi 10 metri, che potrebbe generare tsunami minori. Lo ha detto all’Ansa Carlo Doglioni, presidente dell’ Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv).

“Questo terremoto è assolutamente normale per l’area, dove la placca caraibica separa il Nord dal Sud America: è un frammento di crosta terrestre che viaggia alla sua velocità e che ha due ‘svincoli’, uno lungo la zona delle Cayman e uno lungo il margine settentrionale dell’America del Sud”, prosegue Doglioni. “Il terremoto – aggiunge – è avvenuto in mare vicino alle Cayman, lungo il margine della placca, che è uno dei punti più sismici. Di eventi simili se ne registrano una quindicina all’anno in tutto il mondo. L’energia rilasciata è qualcosa di straordinario”, ma nonostante ciò non si prevedono tsunami violenti. “Di solito il movimento orizzontale delle faglie trascorrenti non solleva grandi volumi di acqua”, precisa Doglioni.  Difficile dire se nelle prossime ore i Caraibi saranno scossi da nuove repliche, anche perché “nelle aree marine non abbiamo una rete sismica adeguata. Anche l’Italia ne è sprovvista e per questo l’Ingv ha un progetto che mira a implementare la rete sottomarina di sismometri nei mari italiani”.

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