L’obiettivo è convincere ad andare alle urne chi negli ultimi anni non ha votato e “riportare a casa” quegli elettori del Pd che per “rabbia” hanno scelto il Movimento Cinque StellePiero Grasso, leader di Liberi e Uguali, intervistato dal Corriere della Sera, punta chi nel centrosinistra ha la sua collocazione ma si sente smarrito: “Il Pd i consensi li ha già persi con l’astensione o col voto al M5s. Contiamo di recuperarli dando un’alternativa”. Anche perché se “loro gridano ‘onestà’ tre volte, io lo posso dire anche cinque”.

E per dare un’alternativa ai delusi serve un “cambio di rotta su lavoro, scuola e sanità“. Su quei temi, si è consumato il suo addio ai dem. Lo ribadisce il presidente del Senato ribadisce, dopo averlo detto al momento dell’addio al partito di Matteo Renzi: “Non sono tra quelli che fanno una questione personale: ho avvertito una distanza crescente con le politiche attuate, e non è ho fatto mistero”. Quindi con o senza l’attuale segretario, “se si continua con la stessa politica, le distanze con noi non si accorciano”.

Escluso quindi per il momento un ritorno al dialogo con il Pd, ma allo stesso tempo non c’è alcuno spazio per strizzare l’occhio ai Cinque Stelle, perché “su Europa e moneta unica siamo distanti”, puntualizza Grasso. Anzi, il bacino di voti pentastellato è quello che più fa gola: “Più che parlare col M5s dopo le elezioni, preferisco parlare ora con i suoi elettori, convogliando la loro rabbia nell’ambito istituzionale“. Senza dimenticare chi in passato ha votato centrodestra, perché “i problemi di pochi sono diventati problemi di molti: precari, giovani professionisti, chi ha una piccola attività, una partita Iva“.

Temi che verranno affrontati durante la campagna elettorale, da non giocare in duelli tv perché “mi candido per il parlamento, non per X Factor” e quindi “non mi interessa affascinare, né scontrarmi secondo logiche che non mi appartengono”. “La mia idea di politica – sintetizza – non è la battaglia televisiva ma presentare la soluzione dei problemi”. Uno, dice, lo ha evitato alle istituzioni restando presidente del Senato: “Problemi seri, con i numeri in bilico e al termine della legislatura – spiega – Sarebbe stato un ulteriore elemento di instabilità“. Chiusura sulle dimissioni di altri, quelle di Maria Elena Boschi, travolta dal caso Banca Etruria: “O senti di darle per tue ragioni personali, o perché te le chiede qualcuno a cui non puoi dire no. Per ora non si sono verificate queste condizioni”.

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