8. Puoi cambiare canale. Questa obiezione ha dell’incredibile. Insomma, di fronte a una violazione palese di quello che dovrebbe essere servizio pubblico – ma in quali altri paesi trasmettono la Messa? – la soluzione sarebbe cambiale canale, anche se io pago il canone come tutti? Da notare, tra l’altro, che la Rai viene trasmessa anche su Mediaset cioè noi abbiamo una tv pubblica confessionale e una tv privata confessionale. Ad ogni modo, è più coerente che vada su Rete4 che sulla Rai.

9. Non pagare il canone. Non posso, è una tassa obbligatoria ora persino messa in bolletta.

10. Ma insomma perché non ti occupi di cose importanti, che in fondo la Messa porta valori positivi? Non dubito che la Messa abbia messaggi positivi. Non dubito, come ho scritto, che sia meglio una celebrazione che parla di amore e pace piuttosto che la feccia di tanti programmi Rai (peraltro, io sono per la chiusura di due reti e la creazione di un unico canale senza pubblicità, basta con la storia dello stare al pari della concorrenza, serve solo a giustificare centinaia di stipendi, la Rai perderà sempre e comunque non è suo compito). Ma ritengo assurdo come abbiamo potuto dimenticare cosa significhi uno spazio pubblico laico, plurale, aconfessionale. Sembra mancarci l’abc, visto che il confessionale ci pare naturale, persino su una cosa che, appunto, si chiama servizio pubblico e viene pagata da tutti. Tutto ciò ci dà il segno di quanto siamo tornati indietro. E non si tratta di fare una battaglia anticlericale d’antan, no, si tratta semplicemente di rivendicare un pluralismo essenziale, specialmente in ciò che è pubblico. Sono certa che persino papa Francesco sarebbe d’accordo.

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