Il vicino di casa del 31enne ucciso a colpi di pistola sul pianerottolo di casa a Reggiolo (Reggio Emilia) è stato fermato con l’accusa di omicidio. Si chiama Giampaolo Dall’Oglio, è un operaio che in passato ha lavorato anche come guardia giurata. Secondo i carabinieri, il presunto aggressore “ha agito con grande violenza mosso dal rancore di futili motivi di vicinato”. Prima gli ha bruciato l’auto e poi dopo alcune ore ha sparato, prima contro la sua porta e poi contro il ragazzo. La vittima, Francesco Citro, era originaria di Cutro in Calabria e faceva l’autotrasportatore. Nella notte il Nucleo Investigativo del Comando Provinciale ha dato esecuzione a un provvedimento di fermo disposto dal pm Valentina Salvi.

Il quadro di quanto accaduto a Reggiolo è emerso dalle indagini condotte dai Carabinieri di Reggio Emilia e Guastalla e, a un certo punto, anche dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bologna, su iniziativa del procuratore, Giuseppe Amato che aveva affidato il fascicolo al pm Stefano Orsi. La 63enne ex guardia giurata di origine mantovana è stata fermata nella notte e si trova in carcere, a Reggio Emilia, con le accuse di omicidio aggravato, incendio, detenzione e porto illegale di un’arma da fuoco. Le indagini hanno permesso di escludere, nel giro di una settimana, collegamenti con la criminalità organizzata, ambiente cui Citro era estraneo.

A compiere il delitto, quindi, sarebbe stato il vicino di casa che avrebbe anche appiccato il fuoco all’auto della vittima tre ore prima del suo omicidio. Un gesto insufficiente, a quanto pare, a lenire i rancori che nutriva, per banali questioni di vicinato, nei confronti dell’autotrasportatore tanto da indurlo poco dopo le 23 del 23 novembre scorso a raggiungere l’appartamento della vittima, esplodendo contro la porta almeno 4 colpi di pistola ad altezza d’uomo. Alla reazione del 31enne, uscito di casa, sono stati 6 i colpi d’arma da fuoco esplosi verso di lui, di cui almeno 3 andati a colpire organi vitali decretandone la morte. Secondo i carabinieri, anche i rilievi scientifici eseguiti dagli uomini del Ris di Parma hanno portato al convincimento che l’autore dell’omicidio potesse non essere mai uscito dal condominio della cittadina emiliana.

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