Come ogni settimana, era andato a vedere la partita della squadra del cuore, la Sambenedettese. Ma, per il marchigiano Luca Fanesi, 44 anni, guardia antincendio e padre di due bambini, quella del 5 novembre a Vicenza, è stata l’ultima trasferta. Da allora, infatti, è ricoverato nel reparto di Rianimazione intensiva all’ospedale San Bortolo di Vicenza, in stato di incoscienza, con il cranio fratturato in 4 punti, il cervello compresso da ematomi multipli e la fronte segnata da una contusione.

Come sia successo, non è ancora chiaro, perché esistono due versioni. La prima, sostenuta dalla questura di Vicenza sostiene che Luca sia scivolato accidentalmente. “C’è un procedimento penale in corso, la Digos sta lavorando. Se stanno ascoltando tifosi? Non posso dirlo. Se stanno ascoltando gli abitanti affacciati ai balconi? Non posso dirlo – dice al Fatto.it Stefano Veronese, commissario capo della questura vicentina e portavoce della stessa – Se la polizia è intervenuta a tafferuglio in corso o a scontri finiti? Non posso dirlo. Mi dispiace essere un disco rotto ma sono tutte cose che sono negli atti che sta raccogliendo la Digos”.
La seconda, avanzata da alcuni tifosi e dalla famiglia, che leva inquietanti domande sull’operato delle forze dell’ordine: i segni sono compatibili o no con delle manganellate? A fine partita, infatti, la polizia è intervenuta, a seguito di un tafferuglio tra tifosi fuori dallo stadio. Per la questura vicentina, Luca sarebbe scivolato e avrebbe sbattuto la testa contro un’inferriata, procurandosi così i traumi che lo hanno portato, in meno di 24 ore, da uno stato confusionale al coma. Non ne è convinta la famiglia, che, assistita dall’avvocato Andrea Balbo, ha sporto denuncia contro ignoti: le ferite, secondo Massimiliano, uno dei due fratelli di Luca, non possono essere accidentali.

“Sarà una perizia a stabilirlo. Non sono un medico legale, ma mi viene istintivo avere qualche dubbio sulla dinamica fornita dalle autorità. Io credo che una persona che scivoli non riporti quattro fratture craniche, varie ematomi cerebrali e una contusione frontale. C’è qualcosa di concreto che ci fa pensare che sia stato picchiato alla testa. Per questo abbiamo fatto denuncia, anche se al momento non sappiamo ancora se sono state aperte le indagini”, rivela a ilfattoquotidiano.it Massimiliano Fanesi.

Intanto, domenica scorsa, alcuni tifosi rossoblu hanno organizzato un sit-in davanti allo stadio, prima del match con il Bassano. “Il nostro obiettivo è arrivare a mettere quel numero sul casco, sulla divisa, che identifica il poliziotto. Ci abbiamo provato in passato e non ci siamo mai riusciti. Forse questo episodio può aiutare”, ha detto, ai microfoni di Riviera Oggi, l’ultras sambenedettese Piergiorgio Trionfi.

Non solo i marchigiani: anche gli ultras del Vicenza hanno dato immediato appoggio alla famiglia del tifoso, che nei giorni scorsi è stato sottoposto a un intervento urgente di decompressione al cranio. “Quelli di Vicenza sono stati i primi a dare a me e alla mia famiglia supporto morale e logistico, sono stati eccezionali. Il fattore logistico non è secondario, visto che Vicenza è a quattro ore d’auto da dove abitiamo io, l’altro mio fratello, la moglie di Luca e nostra madre, di 72 anni: tutti noi ci diamo il turno per non lasciarlo solo”.

Per Luca si sono mobilitati anche tifoseria estere, come quelle del Bayern Monaco e del Friburgo. La polizia? “È venuta un pomeriggio in ospedale, c’era mia cognata da sola. Le hanno detto di contare su di loro per qualsiasi cosa. Non voglio puntare il dito contro gli agenti e creare una tensione da curva nord contro curva sud – spiega Fanesi – Se mi mostrassero un video in cui Luca cade e batte la testa, ben venga: ci mettiamo l’anima in pace. Ma adesso abbiamo solo dubbi. Viviamo in uno stato d’ansia continuo”.

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