“Se fossi al posto suo mi dimetterei“. Giovanni Malagò, presidente del Coni, non ha dubbi sul futuro che dovrebbe intraprendere Carlo Tavecchio, presidente della Figc.”Siamo tutti amareggiati e delusi – ha dichiarato il massimo dirigente sportivo italiano – è stata una triste serata sportiva. Se Tavecchio ritiene di essere la persona maggiormente deputata per portare avanti il nuovo corso della Federcalcio si assuma la responsabilità. Ci sono stati casi in cui presidenti federali e allenatori sono rimasti al loro posto assumendosi la loro responsabilità, e ci sono altre persone che hanno deciso di non farlo. Sono scelte della propria coscienza“. Parole che seguono quelle di Luca Lotti, ministro dello Sport, che ha aperto a una rifondazione totale del movimento calcistico italiano. Segno che la politica voglia intervenire nel futuro della federcalcio. Rientrando a Roma in mattinata lo stesso Tavecchio aveva rilasciato alcune dichiarazioni all’Ansa: “È un insuccesso sportivo che necessita una soluzione condivisa”.

Il presidente della Federcalcio incontrerà i vertici federali per prendere una decisione. “Ho convocato una riunione con le componenti federali per fare un’analisi approfondita e decidere le scelte future. Siamo profondamente amareggiati e delusi per la mancata qualificazione al Mondiale”. Gian Piero Ventura non sarà presente all’incontro fissato per domani alle 16. Subito dopo la gara il ct aveva detto di non essersi dimesso dall’incarico. Bloccato dalle Iene, però, Ventura si è fatto strappare una promessa. “Si dimette o no? Ce lo promette?”, la domanda dell’inviato della trasmissione Mediaset. “Sì”, è stata la risposta dell’ex allenatore del Torino, visibilmente irritato.


“No al commissariamento”
– Malagò, nella sede del Coni per presentare il nuovo stadio dell’Atalanta, ha definito la scelta di affidare la nazionale a Ventura una “scommessa persa“. “Le dimissioni di Ventura? Non credo che questo sia il punto. Se è vero che Ventura ha un contratto che sarebbe stato rinnovato nel momento in cui l’Italia sarebbe andata in Russia, di fatto di cosa stiamo parlando? Presumo ci sia ancora qualche mese, che si dimetta oggi o tra 20 giorni cambia poco”, ha detto il numero uno del Coni. “Probabilmente sul ruolo di Ventura, che poi è diventato responsabile di tutte le squadre nazionali, c’è stata una valutazione sbagliata. Non cambio giudizio su di lui, è stato un direttore generale senza l’amministratore delegato”, ha aggiunto riferendosi al progetto iniziale di Tavecchio, che oltre al ruolo di Ct per Ventura prevedeva l’inserimento di Marcello Lippi come direttore tecnico. Una nomina che era saltata per un conflitto d’interesse: il figlio Davide è il procuratore di diversi calciatori italiani. Sul futuro della federazione, il presidente del Coni non ha dubbi: “Ci poniamo il problema nel momento in cui ci saranno le dimissioni di Tavecchio, ammesso che avvengano. Se non ci sono condizioni elettorali ci sono tante persone a cui non viene in mente di essere buttati in un tritacarne senza alcuna certezza. Oggettivamente non ci sono gli strumenti procedurali per procedere a un commissariamento“. Un’ipotesi che era ventilata dopo la mancata qualificazione ai mondiali. “Il presidente del Coni ha il potere di commissariare una federazione ma solo in tre casi: se non funziona la giustizia sportiva, i campionati o per gravi irregolarità amministrative. Ad oggi questi tre fatti non ci sono”. Poi, un paragone rispetto alla mancata qualificazione del 1958: “Va detto che oggi c’erano più possibilità, in quell’edizione ci andarono 16 squadre. Purtroppo veniamo da tutto un periodo senza grandi risultati”.

Lotti e Renzi: “Rifondare subito” – “È una giornata molto deludente, il mondo del calcio va rifondato e vanno prese scelte che forse non si è avuto il coraggio di prendere negli anni passati”. Così il Ministro dello Sport Luca Lotti a margine di un evento al Coni. Sul futuro del commissario tecnico e del presidente federale, Lotti non si sbilancia: “Spetta a loro decidere, ma dobbiamo mettere a posto il calcio anche dal punto di vista culturale, di come si insegna a fare calcio ai ragazzi ed educare i genitori sotto questo aspetto. Noi, come governo, ci stiamo provando nei diritti televisivi e di come si vende il prodotto calcio italiano all’estero”. Una rifondazione che è necessaria anche secondo il segretario del Partito democratico Matteo Renzi: “Il calcio in Italia è un’emozione fantastica ma mai come in questo momento ha la necessità di essere totalmente rifondato, a cominciare da come stiamo in tribuna nelle partite giovanili noi genitori fino ai diritti televisivi e alla promozione del calcio italiano all’estero.”. Nel lungo post pubblicato dall’ex premier sul proprio profilo Facebook c’è spazio anche per un attacco a Salvini: “Ci sono leader politici che hanno dato la colpa all’immigrazione. Chi conosce il calcio sa che gli argomenti di Salvini sono ridicoli: gli stranieri stanno in Germania, Francia, Inghilterra, Spagna. Molti di noi hanno nella mente l’immagine della Francia multietnica campione del mondo nel 1998. Non partecipare al mondiale di Russia è una sberla enorme“. Un mondiale che nel giugno 2015 Renzi aveva dichiarato di voler vincere, una profezia che si è trasformata in una clamorosa e inconsapevole gaffe.

I ragazzi dell’82 – In gioco però non c’è soltanto il futuro del Ct ma anche quello del presidente federale, considerato il capro espiatorio al pari di Ventura della disfatta italiana. Secondo un ex campione del mondo come Marco Tardelli, il numero uno della federcalcio “dovrebbe andarsene, se solo avesse la stessa dignità di Giancarlo Abete“, ex presidente della Figc dal 2007 al 2014. Tardelli, intervistato da Agorà, attacca duramente il presidente federale: “Tavecchio in Inghilterra non sarebbe più entrato in uno stadio, da noi è il presidente della federazione”. Un altro dal passato glorioso in azzurro è Alessandro Altobelli, a segno come Tardelli nella finale di Madrid contro la Germania. “Ventura si è preso le sue responsabilità, ma dopo di lui ci sono anche i giocatori. Il nostro calcio va rivisto” dice all’Adnkronos. Altobelli attacca poi il sistema di composizione dei gironi: “Non è possibile che una Nazionale come l’Italia, che ha vinto 4 coppe del mondo, vada a finire in un girone con la Spagna dove ne passa solo una. L’Italia, dopo 4 mondiali, deve sempre partire testa di serie”. Nella finale dell’82, Francesco Graziani giocò soltanto sette minuti, lasciando spazio proprio ad Altobelli: “Alcune scelte dell’allenatore non mi sono piaciute – commenta Graziani – Abbiamo penalizzato il più bel talento che abbiamo in Italia, Lorenzo Insigne. Ventura può fare ciò che vuole, ma non si può sacrificare un giocatore così”. Secondo l’ex attaccante di Roma, Fiorentina e Torino, il problema sta nei troppi giocatori stranieri impiegati nei settori giovanili, una visione condivisa anche da Giorgia Meloni e Matteo Salvini: “Il calcio italiano non si deve rifondare, l’unico problema sono i tanti stranieri che arrivano penalizzando la crescita dei nostri giovani. Molte società di Serie A investono poco sui settori giovanili e alla lunga paghiamo qualcosa”.

Un’eliminazione che brucia e che peserà anche in termini economici: “La perdita sarà di 500-600 milioni – ha dichiarato Franco Carraro, ex presidente del CONI – Se contiamo l’indotto indiretto invece si supera il miliardo“. Una battuta sul momento del calcio italiano è arrivata anche da Walter Veltroni, ex segretario nazionale del Pd: “Forse è la più grande catastrofe sportiva italiana degli ultimi 60 anni, che non può essere scaricata solo sul commissario tecnico”. Secondo Veltroni, il problema riguarda non soltanto la nazionale ma anche i club e l’intero movimento: “C’è un problema nel calcio italiano che riguarda la gestione. Serve un nuovo presidente, un nuovo allenatore. Dopo Del Piero e Totti c’è un problema di fondo del calcio italiano. Manca autorevolezza”.

L’Italia non mancava alla rassegna mondiale dal lontano 1958, in quella che fino a ieri era stata l’unica edizione senza la nazionale italiana. Un mondiale che per uno strano scherzo del destino si giocò proprio in Svezia.

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