Il M5S dato in picchiata, ma comunque favorito per la vittoria finale; l’inseguimento del centrodestra; il “derby” fra la sinistra renziana e la “cosa rossa” guidata da un sacerdote. E poi il giornalista secessionista che piace alla Lorenzin. Ecco i candidati principali alla corsa per il X Municipio di Roma, al voto il 5 novembre dopo 2 anni di commissariamento seguiti allo scioglimento per mafia.

GIULIANA DI PILLO – La favorita alla vittoria nel Municipio X è Giuliana Di Pillo, candidata del Movimento 5 Stelle. Di Pillo era consigliera municipale al momento dello scioglimento del mafia avvenuto nel 2015 e dal 23 settembre 2016 ricopre il ruolo di responsabile del Decentramento e delegata alle questioni lidensi, incarico formalizzato con un rapporto di lavoro diretto con l’ufficio della sindaca Virginia Raggi e un compenso complessivo annuo di 44.800 euro lordi. In questo territorio, nel giugno 2016, l’attuale prima cittadina ha ottenuto il 44% dei voti, oggi i sondaggi dicono che Di Pillo verrebbe votata dal 28% dei residenti. Ha inaugurato la sua campagna elettorale con un giro in barca sul Tevere.

MONICA PICCA – Candidata di centrodestra, sostenuta fra gli altri da Fratelli d’Italia, Forza Italia e Noi Con Salvini. In quota Giorgia Meloni, ha vinto il ballottaggio interno con la forzista Emanuela Mari, anche grazie al lavoro politico di Ignazio Cozzoli, esponente fittiano arrestato recentemente nell’ambito di un’inchiesta per distrazione di fondi pubblici e inizialmente referente della sua campagna elettorale, condizione che viene continuamente rinfacciata negli attacchi politici del Movimento 5 Stelle. Cui ha risposto affermando che “la giunta Raggi è stata dilaniata da inchieste, malaffare e arresti” e pubblicando la delibera che dava il via all’incarico oneroso della Di Pillo. Viene data come favorita per l’accesso al ballottaggio insieme alla candidata M5S.

ATHOS DE LUCA – Il Partito Democratico di Ostia è uscito smembrato dall’arresto di Andrea Tassone. La lista dei candidati è formata da giovanissimi, alla ricerca di nomi che non fossero mischiati alla corrente messa sotto accusa dall’inchiesta sul Mondo di Mezzo. De Luca, 70 anni, è invece un politico di lungo corso, da sempre ambientalista: nel 1992 fu vittima di un attentato, un colpo di pistola che lo colpì di striscio alla gamba, nel pieno della sua campagna – fra le altre – per preservare il litorale lidense. Negli anni ha perso un po’ la verve, non ha una carriera politica da preservare e pare che sia stato l’unico disponibile a mettersi in gioco. Appoggiato solo dal Pd renziano, l’obiettivo pare essere solo quello di vincere il “derby” di centrosinistra con Don Franco De Donno e di “permettere al Pd di superare la fase di Mafia capitale”.

FRANCO DE DONNO – Quella di Don Franco è forse la candidatura che ha fatto più notizia a Ostia. Sacerdote da sempre impegnato in politica, ha dovuto rinunciare temporaneamente alla tonaca per candidarsi in prima persona. Fra le sue attività, la creazione in tempo non sospetti dello Sportello Antiusura “Volare” Onlus, con un’intensa collaborazione – e amicizia personale – con Tano Grasso, il quale “sarà mio consulente in caso di vittoria”. Rispetto a questo impegno, hanno fatto discutere alcune scelte recenti, come l’adesione al corteo contro il commissariamento al quale ha partecipato anche Casapound e la volontà di “dialogare con tutti, anche con i fascisti”. Definito il “prete comunista” (ma con un profilo del tutto diverso da quello celebre di Don Gallo), corre con una coalizione civica ma e’ appoggiato da Sinistra Italiana, Articolo 1 Mdp e, si racconta, da molti esponenti dell’ala orlandiana del Partito Democratico, guidata a Roma dal governatore del Lazio, Nicola Zingaretti.

ANDREA BOZZI – Giornalista locale piuttosto conosciuto, volto noto prima di Romauno Tv e poi di ERomaLiveTv con le sue trasmissioni Ditelo a… e Che Roma è, ha deciso di candidarsi proponendo un programma con un solo punto: l’autonomia di Ostia da Roma. L’unico aspirante presidente a cavalcare la spinta secessionista “di tutto il X Municipio”, critico da sempre sul commissariamento governativo, vuole riproporre il referendum perso negli anni ’90. Ha incassato il sostegno del Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, anche lei ostiense ed ex collega ai tempi dei primi passi nel Giornale di Ostia.

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