Carles Puidgemont deve essere processato per ribellione e sedizione e appropriazione indebita. José Manuel Maza, procuratore generale di Stato della Spagna, ha confermato che chiederà oggi l’incriminazione avanti alla Audiencia Nacional di Madrid del presidente catalano e degli altri membri del governo “che hanno prodotto una crisi istituzionale che si è conclusa con la dichiarazione unilaterale di indipendenza nel totale disprezzo della nostra Costituzione”. Saranno invece citati in giudizio dinanzi alla Corte Suprema il presidente del Parlamento catalano Carme Forcadell e gli altri membri dell’Ufficio di presidenza, ancora coperti dall’immunità parlamentare. Le accuse prevedono condanne fino a 30 anni, per la dichiarazione di indipendenza votata venerdì dal Parlament di Barcellona. Il procuratore ha anche lasciato aperta la possibilità di una carcerazione preventiva, riportano i media spagnoli.

Da questa mattina Puigdemont e alcuni membri del governo dichiarato decaduto (Meritxell Borràs, Antoni Comín, Joaquim Forn, Dolors Bassa e Meritxell Serret) sono a Bruxelles, riporta La Vanguardia. Secondo El Periodico online, l’ex presidente catalano sta incontrando i nazionalisti fiamminghi. Domenica il segretario di Stato belga all’immigrazione Theo Francken aveva ipotizzato un asilo politico per Puigdemont. Il partito di Francken, l’N-VA, fa parte della coalizione di governo, e il premier Charles Michel in serata è dovuto intervenire per escludere l’ipotesi dopo la reazione irritata di Madrid. A suggerire al presidente di recarsi in Belgio, sarebbero stati i suoi legali, per obbligare le autorità giudiziarie spagnole ad essere più precise nelle accuse nei suoi confronti. La trasferta “non preoccupa” il governo Rajoy, riporta ancora La Vanguardia, che cita fonti del ministero degli Interni e spiega che per Madrid la cosa più importante era che Puigdemont non si trovasse nel Palau de la Generalitat. Secondo la tv spagnola La Sexta, però, Puigdemont e cinque suoi consiglieri sono in Belgio per chiedere asilo politico.

In queste ore, secondo il quotidiano catalano, il governo di Madrid sta tentando una progressiva presa di potere morbida in Catalogna dopo il commissariamento deciso dal premier Mariano Rajoy con i pieni poteri ottenuti al Senato. L’obiettivo “è dimostrare che l’amministrazione catalana è sotto la direzione del governo centrale senza che la presenza dello Stato sia vista come una occupazione”. La presidente del Parlament Forcadell ha preso atto questa mattina ufficialmente del fatto che il Parlamento catalano “è stato sciolto” e ha annullato la convocazione della riunione settimanale domani dell’ufficio di presidenza. Intanto tra i ministri qualcuno si è recato normalmente in ufficio e lo ha voluto mettere i evidenza sui social.

Questa mattina Josep Rull, responsabile per il territorio e la sostenibilità della Generalitat, è entrato nel suo ufficio nel centro di Barcellona e ha postato sui social una foto che lo mostra al lavoro. Pochi minuti dopo, il ministro ha lasciato il suo ufficio in seguito alla visita di due Mossos d’Esquadra, la polizia catalana, che gli hanno comunicato che rischia di essere accusato di usurpazione di funzioni pubbliche.

 

Negli stessi minuti il ministro dell’interno spagnolo Juan Ignacio Zoido lanciava una sorta di ultimatum agli ex ministri del governo catalano: “Abbiamo dato loro alcune ore per raccogliere gli oggetti personali con l’obiettivo di recuperare la normalità istituzionale il prima possibile con la massima discrezione e seguendo il principio dell’intervento minimo”. I Mossos sono anche entrati nella sede del ‘ministerò degli esteri catalano, dietro alla Cattedrale di Barcellona.

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