Così, con un vestito decisamente stravagante e originale, un’elettrice venete, Michela Morellato, già nota per iniziative sopra le righe, si è presentata al seggio per votare al referendum per l’autonomia della Lombardia e del Veneto. “Sono andata a votare con l’uniforme giusta! W la mia patria e w le venete” ha scritto su Facebook a commento del video
Curiosità - 23 Ottobre 2017
Referendum Lombardia e Veneto, al seggio vestita da Wonder Woman: “Sono andata a votare con l’uniforme giusta”
La Playlist REFERENDUM LOMBARDIA VENETO

- 16:53 - Mielofibrosi, ematologo Vannucchi: "Nuovo Jak inibitore importante passo avanti"
Roma, 13 feb. (Adnkronos Salute) - "Momelotinib è il terzo Jak inibitore che abbiamo a disposizione da poco in Italia e rappresenta un importante passo avanti. E' una molecola che ha una doppia attività inibitoria nei confronti di Jak e di un recettore dell'attivina. Migliora la capacità del midollo di produrre globuli rossi influenzando un'altra via di segnalazione intracellulare, che è la via delle proteine Smad. Quindi, mantenendo la sua efficacia nei confronti dell'ingrossamento della milza, chiamato splenomegalia, e della sintomatologia sistemica, è efficace nei pazienti anemici, ma soprattutto ha anche minor tossicità sulla produzione di globuli rossi da parte del midollo rispetto agli altri Jak inibitori". Così Alessandro Vannucchi, professore di Ematologia dell'università di Firenze, intervenendo oggi a Milano a un incontro con la stampa organizzato da Gsk sulla disponibilità di momelotinib a cui l'Agenzia italiana del farmaco ha concesso la rimborsabilità per i pazienti colpiti da mielofibrosi, un tumore particolarmente aggressivo del sangue, e raro, che colpisce il midollo osseo.
"La mielofibrosi è considerata un tumore raro - spiega Vannucchi - Difficile stabilirne la reale incidenza. Consideriamo che in Italia probabilmente ci sono tra 500 e 600 nuovi casi diagnosticati ogni anno. E' una malattia importante, perché la sopravvivenza mediana globale della popolazione di pazienti con mielofibrosi è stimata ancora attorno ai 6-7 anni. Sebbene l'introduzione dell'uso dei Jak inibitori abbia portato a un miglioramento nella sopravvivenza globale della malattia, resta il dato di fatto che l'unico approccio terapeutico per poter guarire è il trapianto di cellule staminali, che viene riservato però - conclude - ai pazienti più giovani e ai pazienti che abbiano delle caratteristiche particolarmente sfavorevoli della malattia stessa".
- 16:50 - Mielofibrosi, oncologa Barone: "Momelotinib cura gestibile in autonomia"
Roma, 13 feb. (Adnkronos Salute) - "Momelotinib è una terapia, non una cura risolutiva, però ricordiamo che anche trascorrere tanto tempo in ospedale non fa bene alla salute". Questa "è una terapia gestibile in autonomia dal paziente con un ricorso meno frequente al Day hospital e agli specialisti. Si tratta di un grande progresso nel nostro campo". Lo ha detto Antonella Barone, presidente Aipamm, Associazione italiana pazienti con malattie mieloproliferative, partecipando a un incontro con la stampa organizzato oggi a Milano da Gsk, in occasione del via libera di Aifa alla rimborsabilità di momelotinib, inibitore selettivo delle proteine Jak1 e Jak2 e del recettore dell'activina A di tipo 1 (Acvr1), per il trattamento della mielofibrosi, un tumore raro particolarmente aggressivo del sangue che colpisce il midollo osseo impedendogli di formare correttamente globuli rossi, globuli bianchi e piastrine.
"Il primo bisogno per i pazienti con malattie mieloproliferative è quello di avere un farmaco risolutivo che guarisca - prosegue Barone - Questo è sicuramente un bisogno ancora non soddisfatto, perché la malattia è molto complessa, ma rispetto al passato la ricerca è attiva e vitale. Questo ha consentito di migliorare molto la qualità della vita dei pazienti e, con questi nuovi farmaci, di ricorrere meno alle cure ospedaliere", conclude.
- 16:43 - Ferrovie, Gibelli (Asstra): "Treno a idrogeno scommessa vinta per Fnm"
Rovato, (Bs) 13 feb. (Adnkronos) - “Il treno a idrogeno è per Fnm una scommessa vinta. Abbiamo iniziato sei anni fa con un'idea e oggi è un progetto che è diventato uno standard non solo per l'Italia ma per l'intera Europa. Siamo orgogliosi che questo avvenga in Lombardia. Ecco quali saranno i prossimi passi dopo quello di oggi.
Così Andrea Angelo Gibelli, presidente di Asstra, durante l’evento di presentazione dell’impianto di manutenzione del primo treno a idrogeno italiano che si è svolto a Rovato in provincia di Brescia. Il convoglio - che fa parte dei 14 acquistati da FNM grazie ai finanziamenti di Regione Lombardia, anche tramite risorse PNRR – è giunto nel bresciano dal circuito di prova di Salzgitter (Germania) del costruttore Alstom.
“Oggi c’è un ricongiungimento formale tra il treno e la sua infrastruttura. Siamo molto orgogliosi perché è un nostro progetto quello di costruire una serie di impianti per produzione, stoccaggio e distribuzione di idrogeno che è un unicum come modello a livello europeo”.
Un passo importante verso l’obiettivo della neutralità energetica: “Nel 2019 non c’era il Pnrr e non c’era una strategia sull’idrogeno. Noi abbiamo messo a confronto in termini assolutamente neutri tutte le tecnologie. La prima candidata era l’elettrificazione, ma aveva delle criticità. L'idrogeno si candidava, invece, ad essere una tecnologia che proprio per una zona montana era quella più affidabile. Dopo sei anni riteniamo di esserci ulteriormente rafforzati in questa convinzione”.
- 16:24 - Ferrovie, assessore Lucente: "Treno a idrogeno unico a livello europeo"
Milano, 13 feb. (Adnkronos) - “Questa giornata è importantissima perché lanciamo qualcosa che a livello nazionale ed europeo è unico. Vogliamo far partire questo treno il prima possibile, nel giro di un anno lo vedremo circolare. In una prima fase sulla tratta Brescia-Iseo-Edolo, ma poi si può immaginare una Lombardia che utilizza il treno a idrogeno anche se altre tratte” ha dichiarato, Franco Lucente, assessore ai trasporti e mobilità sostenibile di Regione Lombardia, durante l’evento di presentazione del primo treno a idrogeno italiano che è arrivato lo scorso 23 gennaio nel nuovo impianto di manutenzione e di rifornimento di idrogeno di Rovato. Il convoglio - che fa parte dei 14 acquistati da Fnm nel progetto H2iseO grazie ai finanziamenti di Regione Lombardia, anche tramite risorse Pnrr – è giunto nel bresciano dal circuito di prova di Salzgitter (Germania) del costruttore Alstom.
“Il treno è il mezzo più sostenibile, se poi a questo aggiungiamo il fatto che ne forniamo alcuni a idrogeno e abbiamo insistito tanto sull’elettrico abbiamo abbattuto ancora di più nel mondo ferroviario le emissioni a livello ambientale. Il rispetto dell’ambiente è fondamentale, contiamo che l’idrogeno possa aiutare tanto. Lo vedremo nei prossimi anni, siamo fiduciosi” ha concluso Lucente.
- 16:18 - **Migranti: Schlein, 'Meloni si fermi, centri in Albania spreco di risorse'**
Roma, 13 feb (Adnkronos) - "Con le lettere di licenziamento ai lavoratori dei due centri in Albania tanto voluti da Giorgia Meloni arriva anche l’ennesima certificazione del fallimento di questa operazione che calpesta i diritti fondamentali e le leggi italiane ed europee". Lo dice Elly Schlein.
"Uno spreco di risorse economiche, 800 milioni di euro degli italiani che potevano usare per assumere medici e infermieri, e di risorse umane, con centinaia di esponenti delle forze dell’ordine tenuti in Albania a sorvegliare una prigione vuota -prosegue la segretaria del Pd-. Solo pochi mesi fa Giorgia Meloni diceva che i due centri in Albania sarebbero stati un investimento, pochi giorni prima di Natale giurava che avrebbero funzionato. Oggi, insieme alla liberazione di Almasri - uno dei più crudeli trafficanti di esseri umani -, sono la rappresentazione plastica della catastrofica e inumana gestione del suo governo del fenomeno migratorio".
"Basta, si fermi, c’è un paese che tra calo di produzione industriale, costo dell’energia e salari bassi richiede risposte, non becera propaganda", conclude Schlein.
- 15:53 - Cinecittà: Pd, 'da governo scandaloso spoils system'
Roma, 13 feb. (Adnkronos) - "Negli ultimi anni, gli stabilimenti cinematografici di Cinecittà sono stati al centro dell’attenzione per il numero e la qualità delle produzioni nazionali e internazionali che vi hanno lavorato. Si è parlato di un profondo rilancio industriale, grazie a una gestione virtuosa e all’efficace attuazione del Pnrr, che porterà a un sostanziale raddoppio della capacità produttiva. Oggi, però, Cinecittà torna a far parlare di sé in un contesto ben diverso: è diventata il simbolo della crisi in cui il governo ha gettato l’industria cinematografica e audiovisiva italiana. La situazione è estremamente grave, i teatri sono sostanzialmente vuoti e non ci sono produzioni, ed è ulteriormente compromessa da scelte discutibili, che hanno tutto il sapore di uno spoil system scandaloso, colpendo l’intera dirigenza di Cinecittà". Così il deputato democratico e componente della Commissione Cultura della Camera, Matteo Orfini, commenta la notizia dei nuovi licenziamenti tra i dirigenti di Cinecittà da parte della nuova governance guidata da Manuela Cacciamani e Chiara Sbarigia.
"Il ministro Giuli è totalmente assente di fronte a questa situazione, mentre la gestione – ormai politicizzata – di Cinecittà sembra essere nelle mani della sottosegretaria Borgonzoni, il cui interventismo su decisioni che non le competono sta suscitando forti polemiche".
- 15:51 - Governo: Boccia, 'subalterno a Trump in attacco istituzioni internazionali e multilateralismo'
Roma, 13 feb. (Adnkronos) - "Deve essere chiaro che l’architettura ideologica su cui si sono costruite le istituzioni multilaterali, a partire dal sistema Onu, è sotto attacco. Anche il nostro governo, del resto, sta delegittimando e mettendo in discussione da tempo gli organismi internazionali, in linea con la dottrina Trump, ormai leader globale della nuova internazionale nera sovranista. La mancata firma dell’Italia dell'appello di 79 paesi dell’Onu a favore della Cpi contro l’ordine esecutivo firmato da Trump ne è la dimostrazione plastica ed è un fatto che ci preoccupa enormemente. Meloni pensa davvero che non abbia più senso la Corte penale internazionale, il cui statuto è stato sottoscritto, peraltro, a Roma?". Così il presidente dei senatori del Pd Francesco Boccia intervenendo al convegno 'La Corte Penale Internazionale: funzioni e prospettive', organizzato dal gruppo delle Autonomie in corso di svolgimento nella Sala degli Atti parlamentari della Biblioteca del Senato, in piazza della Minerva a Roma.
“L'Italia, come ha fatto Ursula Von Der Leyen per l'Ue, dovrebbe difendere con forza, non indebolire, questo presidio di legalità internazionale. Segnalo, peraltro, che rispetto alla Cpi e alla vicenda Almasri il governo si è posto anche in contrasto con norme, princìpi e decisioni europee. Ma ripeto c’è un tema più generale di attacco sistematico al multilateralismo”.
“Le parole più importanti sul tema del multilateralismo - ha insistito Boccia - le ha pronunciate il Presidente Mattarella a Marsiglia ricordando come misure autoritarie, protezionismo, attacchi al sistema multilaterale abbiano condotto al dramma della seconda guerra mondiale. Un richiamo forte alla tradizione multilaterale e pro-europea dell’Italia che andrebbe ascoltato dal nostro governo Purtroppo accade l’esatto contrario: mi riferisco, per esempio, alle recenti dichiarazioni del Ministro Foti che ha addirittura definito un ‘orrore’ l’operato della Cpi".
“Gli Usa di Trump -prosegue Boccia- stanno provando a scardinare l’ordine mondiale fondato sul multilateralismo ed è chiaro che Meloni commette un errore strategico ma anche storico se pensa di inseguire in modo subalterno il trumpismo, a discapito del rafforzamento dell’Europa oltre che delle istituzioni multilaterali. La scelta di fondo decisiva per il nostro futuro è tra un’Europa asservita o autonoma e protagonista nella scena globale. Meloni e i sovranisti hanno scelto la prima strada”.
“Temo che lo scontro acceso con la corte penale per il nostro rifiuto di arrestare e trasferire Almasri - ha concluso il capogruppo dem - sia elemento chiarificatore della volontà del governo di agire non in un quadro condiviso di regole ma nel rapporto ‘one to one’ con Trump. L’unità di vedute con gli USA sta conducendo del resto anche a denunciare l’attività dell’Oms in linea con i sentimenti no vax della destra e poi a dichiarare che ove fosse necessario non si eseguirà il mandato di arresto della Cpi contro Netanyahu, come dichiarato dal Ministro degli Esteri”.
