Il motto della bibita energetica sembra valere anche per un intero paese. Red Bull ha deciso di portare in Italia un’ingente somma di investimenti per realizzare la seconda edizione del Red Bull Factions, un evento che già durante la sua prima comparsa aveva trovato consensi importanti tra gli appassionati con un numero di spettatori, live e in diretta streaming, sopra la media rispetto agli eventi italiani dedicati a League of Legends. La competizione organizzata dal produttore di bevande energetiche sta attualmente registrando numeri da record in questa seconda edizione: più di 58.000 spettatori si sono collegati in totale sul canale streaming ufficiale dall’inizio dei qualifier a oggi, con picchi tra 1500 e 2500 di utenti unici connessi in contemporanea. Numeri che sembrano nulla se confrontati con i principali eventi internazionali ma per la singola Italia rappresentano indizi importanti sulla strada corretta da percorrere.

Il segreto del Red Bull Factions è l’aver trovato la giusta alchimia tra l’evento competitivo puro e l’intrattenimento da show televisivo: simile, con le giuste proporzioni, a un All-Star NBA. La presenza di giocatori semi-professionisti e di figure di spicco dell’intrattenimento italiano ha sicuramente aiutato a coinvolgere una più ampia mole di spettatori, dal semplice curioso tifoso del suo streamer preferito al più accanito esperto di partite competitive. D’altronde il livello espresso finora non ha tradito le aspettative: Outplayed, iDomina, Glory of Demacia, Impact Gaming (adesso Team Qlash Academy), Team Forge, ITALIANSUPERSTARS, Racoon e Next Gaming non stanno risparmiando le proprie forze. Di queste otto solo le migliori quattro, attraverso un sistema di playoff, conquisteranno l’accesso alle finali che si svolgeranno in occasione della Milan Games Week l’1 ottobre 2017, in un’arena da 800 posti realizzata appositamente nella nuova fiera di Rho per quello che si preannuncia come l’evento esport dell’anno.

Gli sport elettronici non sono più una chimera, nemmeno in Italia. Non si tratta più di capire se e come possono evolversi ma di decidere se cavalcare l’onda o lasciarsi travolgere. Perché, che ci piaccia o meno, gli esports ci hanno già conquistato.

Articolo Precedente

Microsoft Paint va in pensione dopo 32 anni, anzi no

next
Articolo Successivo

Attacco informatico a Unicredit, cari 400mila correntisti state sereni!

next