La Francia deve fare di più per l’accoglienza dei migranti. Dopo giorni di dinieghi e vuoti attestati di solidarietà, per il governo Gentiloni arriva lo zuccherino. Al termine del vertice trilaterale di Trieste tra il presidente del Consiglio, Angela Merkel ed Emmanuel Macron, il capo dell’Eliseo arricchisce l’archivio delle manifestazioni di vicinanza nei confronti dell’Italia e si lascia andare a un mea culpa condito di promesse ad uso del padrone di casa. Ma ribadisce: Parigi non accoglierà le persone che fuggono per motivi economici.

“Esprimo la solidarietà all’Italia, la Francia non ha sempre fatto la sua parte per quanto riguarda i rifugiati, stiamo accelerando i processi e lo faremo”, ha spiegato il presidente francese nella conferenza stampa che ha concluso l’incontro – ma non possiamo accogliere uomini e donne che per motivi economici” arrivano nei nostri Paesi: questi e quelli che chiedono asilo sono “due realtà diverse, non ricadono nello stesso diritto e negli stessi doveri sul piano morale e non cederò a questo spirito di confusione imperante”.

Le parole di Macron fanno eco a quella pronunciate in mattinata da Edouard Philippe: “Non siamo all’altezza di quello che deve essere la Francia”, ha detto il primo ministro illustrando il piano migranti del governo, che ha l’obiettivo di “garantire il diritto d’asilo” e “controllare meglio i flussi migratori”. Parlando del disegno di legge sarà presentato a settembre all’Assemblea Nazionale, il premier ha promesso la creazione di 7.500 posti di accoglienza – 4.000 nel 2018 e 3.500 nel 2019 e ha annunciato anche la creazione di “5.000 posti” nello stesso biennio per aiutare i rifugiati ad ottenere un alloggio. I migranti a cui non verrà riconosciuto il diritto d’asilo, invece, diventeranno “l’oggetto di una misura di allontanamento”, ha affermato Philippe, sottolineando la volontà di voler “ridefinire il quadro giuridico” dei richiedenti asilo: con coloro che otterranno lo status di rifugiati “dovremo essere esemplari“.

Il governo francese intende rafforzare il processo di espulsione delle persone cui non è stato riconosciuto il diritto d’asilo. Nel 2016, ha detto Philippe, su 91mila irregolari segnalati solo 31mila hanno ricevuto l’ordine di abbandonare il territorio. E di questi solo 25mila hanno lasciato la Francia. “Sono cifre non soddisfacenti”, ha rimarcato, promettendo espulsioni immediate. Per chi invece ottiene il diritto a rimanere, sono previste misure a favore dell’integrazione, a partire da corsi di francese.

Sul piano dell’urgenza, riferiscono i media, Parigi conferma il mantenimento dei controlli alle frontiere in deroga agli accordi di Schengen fino a novembre e l’azione di contrasto a Calais per impedire accampamenti illegali di migranti “in condizioni indegne”.

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