Otto italiani su 10 si dichiarano a favore dell’agricoltura biologica, ma solo due su 10 consumano prodotti bio regolarmente. È quanto emerge nella terza edizione dell’Osservatorio nazionale sullo stile di vita sostenibile realizzato da LifeGate in collaborazione con l’istituto di ricerca Eumetra Monterosa, che spiega i cambiamenti nel rapporto tra gli italiani e l’alimentazione sostenibile.

Anche Barack Obama, dal palco milanese del Seeds and Chips, ha detto che la sostenibilità alimentare è il futuro della nostra alimentazione. Ma come sono messi gli italiani da questo punto di vista? Il 36% della popolazione dichiara di averne sentito parlare e di saperne descrivere il significato, con un picco del 51% per i giovani tra i 18 e i 24 anni. Diplomati e laureati sono più informati in materia, così come dirigenti, liberi professionisti, imprenditori, impiegati e docenti: categorie nelle quali la conoscenza dichiarata va dal 50 al 61%. Inoltre, il 28% degli italiani dichiara di seguire sempre pratiche sostenibili a tavola.

Sì a prodotti bio e a km zero – Otto italiani su 10 (83%) sostengono l’agricoltura biologica, mentre quasi quattro italiani su 10 (37%) non vogliono ogm. “Mi occupo di biologico dal 1986, quando ho co-fondato Fattoria Scaldasole”, spiega Simona Roveda, direttrice editoriale di LifeGate. “E sono fortemente convinta del ruolo fondamentale che gioca in un’alimentazione veramente salutare e sostenibile”. “Mi fa molto piacere – continua – che siano soprattutto le nuove generazioni a interessarsi all’agricoltura biologica e a chiederne lo sviluppo”. Infatti la quasi totalità dei giovani tra i 18 e i 24 anni (97%) sostiene i prodotti biologici. A favore del bio si schierano soprattutto i laureati (91%), i lavoratori in proprio, impiegati, insegnanti e docenti (tra il 90 e il 93%). Anche le abitudini alimentari hanno un peso, con i vegetariani in prima linea (96%) seguiti da chi sta cercando di limitare i consumi di carne (87%), mentre gli onnivori stazionano all’81%.

Filiera corta e km 0 – Il 57% degli italiani si dichiara disponibile a pagare un sovrapprezzo per i prodotti a filiera corta e il 44% sarebbe disposto a fare lo stesso per alimenti da agricoltura biologica. Anche in questo caso la percentuale è più alta tra giovani adulti e adulti, mentre l’adesione si fa più tiepida nelle classi di età più avanzate. A favore del km 0 anche se più costoso sono in particolare i laureati (81%) e, dal punto di vista professionale, dirigenti, imprenditori e liberi professionisti (92%) localizzati prevalentemente nel Nord Est della penisola (68%).

Tra il dire e il fare… – C’è però un bel divario tra le opinioni degli italiani e le loro scelte a tavola. Infatti solo il 27% degli intervistati dichiara di consumare sempre prodotti a chilometro zero, mentre il 20% consuma solo prodotti biologici. La filiera corta non attira i giovani tra i 18 e i 24 anni (14%), ma anche tra gli adulti il picco è piuttosto basso (35%). Anche chi dispone di mezzi economici adeguati non necessariamente è pronto ad abbracciare abitudini alimentari così “integraliste”, a meno che non sia motivato da altre scelte, come dimostra il 46% di risposte positive tra i vegetariani.

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