Per gli Irriducibili si è trattato di “sano sfottò“. La Ss Lazio specifica “che da sempre dopo ogni derby si verificano anche episodi goliardici“. Così tifoseria organizzata e società biancoceleste definiscono la trovata degli ultrà laziali che sta facendo discutere la Capitale. “Un consiglio senza offesa, dormite con la luce accesa“. Poche parole scritte sullo striscione appeso nella notte sulla ringhiera del ponte pedonale di via degli Annibaldi, di fronte al Colosseo. Sotto, quattro manichini impiccati e vestiti con le maglie dei giocatori giallorossi Daniele De Rossi, Mohamed Salah e Radja Nainggolan.

La procura di Roma è in attesa di un’informativa degli investigatori e poi aprirà un fascicolo per minacce aggravate sull’accaduto. Saranno gli inquirenti ad accertare se si sia trattato davvero di un gesto goliardico, quello rivolto dagli ultrà della Lazio alla squadra giallorossa, sconfitta 3-1 nel derby, e il cui video è stato postato anche su alcuni account vicini alla Lazio. Striscione e manichini sono stati segnalati intorno alla mezzanotte, ma all’arrivo dei carabinieri erano già stati rimossi. I militari hanno trovato solo due corde. Un’immagine, quella riverberata nei video circolati su profili social vicini ad ambienti biancocelesti, che evoca recenti fatti di cronaca come la guerra tra i cartelli dei narcos in Messico, dove il 5 maggio 2012 a Nuova Laredo vennero rinvenute 9 persone impiccate a un ponte.

Gli Irriducibili Lazio Curva Nord in un comunicato rivendicano i manichini appesi, definendoli “un sano sfottò” intorno al derby capitolino e puntano il dito contro la stampa “attenta a strumentalizzare, allarmare e mistificare”. Nel comunicato, diffuso dai siti sportivi che simpatizzano per la società biancoceleste, si legge: “Meravigliati e stupiti da tanta ottusità, dal sensazionalismo misto all’allarmismo che anima il giornalismo italiano. Nessuna minaccia a nessun giocatore della Roma, le bambole gonfiabili, rappresentano una metafora che vuole rimarcare lo stato depressivo in cui versano i tifosi e i giocatori dell’altra sponda del Tevere. Non riteniamo scusarci con nessuno in quanto, seppur di cattivo gusto per alcuni, rientra tutto nel sano diritto a deridere l’avversario calcistico di sempre”.


La S.S.Lazio in una nota ufficiale ribadisce la sua posizione di “assoluta difesa della legalità e di totale condanna di ogni forma di violenza e di istigazione della stessa. Fermo restando che da sempre dopo ogni derby si verificano anche episodi goliardici e di sfottò”.

Più equilibrata la posizione di Sinisa Mihajlovic, ex giocatore di Roma e Lazio e oggi tecnico del Torino: “Il calcio è fatto di passione, ma queste cose non dovrebbero succedere“. “Hanno fatto quello che volevano davanti al monumento più importante della città – ha detto l’ex idolo della curva biancoceleste – è strano che nessuno sia intervenuto e in parte fa paura”.

Sul caso è intervenuto anche l’assessore allo Sport di Roma Capitale, Daniele Frongia, che in un post su Facebook ha scritto: “Questa notte, a due passi dal Colosseo, alcune persone hanno esposto dei manichini impiccati e uno striscione con un messaggio di minaccia contro il club giallorosso. Un atto vergognoso e una grave offesa ai valori e al mondo dello sport”.

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