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Ddl concorrenza, su Rc Auto belle dichiarazioni d’intenti. Ma il testo non le realizza

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Il ddl concorrenza contiene numerosi articoli che mirano ad incidere sul sistema assicurativo per i sinistri stradali e quindi anche sulla tutela risarcitoria dei danneggiati. In effetti a scorrere i titoli degli articoli e alcune dichiarazioni di intenti espresse in questi,vi sarebbero novità positive per tutti. Per esempio, gli assicurati futuri dovrebbero trovarsi dinanzi ad una maggiore trasparenza dei premi e a “sconti obbligatori”, dunque con significativi risparmi. I danneggiati, a loro volta, dovrebbero poter accedere a “risarcimenti pieni”, senz’altro non fare dei passi indietro. Le assicurazioni, infine, sarebbero beneficiarie di importanti misure contro le frodi.

Ovviamente possiamo illuderci che il ddl concorrenza sia in grado di realizzare questi vari scenari una volta che si sarà completato il suo iter (per ora il provvedimento passa ad un ulteriore esame della Camera dei Deputati).  Sennonché trattasi dell’ennesimo intervento legislativo di scarsa qualità in materia di rca. Le nuove disposizioni, innanzitutto, complicheranno invece che risolvere le questioni pendenti; anzi, ne aggiungeranno di ulteriori. Questo è il caso della riforma dell’art. 138 del Codice delle Assicurazioni che si occupa del risarcimento dei danni da macrolesioni. Il ddl, infatti, sancisce l’obiettivo del “risarcimento integrale”, ma poi si perde, evidentemente per accontentare la lobby delle assicurazioni, in indicazioni lungi dall’essere chiare e, anzi, in aperto contrasto con tale scopo. La conseguenza è che le persone con danni gravi avranno ancora meno certezze e con ogni probabilità si troveranno con risarcimenti inferiori (anche della metà!) rispetto agli standard attuali.

A quest’ultimo proposito, peraltro, è deprecabile come Camera e Senato, pur avendo inteso richiamare le “tabelle milanesi” per la liquidazione dei danni non patrimoniali, non siano riusciti in due anni a tradurre questo loro intendimento in una norma inequivocabile sul punto. Sul fronte dei danni biologici e morali il testo licenziato dal Senato è, comunque, migliore della proposta formulata in origine dal Governo Renzi nel 2015 la quale era decisamente più in sintonia con i desideri delle assicurazioni. Per quanto concerne la lotta alle frodi dispiace dover constatare come ancora una volta questa abbia costituito più un pretesto per ridurre la tutela risarcitoria dei danneggiati (quelli onesti compresi!) che un’autentica genuina missione.

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