“La procedura è avvenuta in maniera corretta. L’autentica della firma riguarda l’identità della persona che sottoscrive. E se si aggiungono dei dati successivamente, l’autentica non perde il suo valore”. Massimiliano Ebner è il notaio che ha autenticato la firma sul documento datato 20 aprile 2016, che il M5s Roma ha poi consegnato all’ufficio elettorale per la presentazione della lista alle scorse elezioni amministrative, culminate con l’elezione di Virginia Raggi a sindaco di Roma. Una denuncia del capogruppo della Lista Marchini, Alessandro Onorato, ripresa da un servizio della trasmissione Mediaset Le Iene andato in onda domenica 26 marzo, poneva dubbi sulla validità dell’atto perché il numero delle firme – raccolte 4 giorni dopo – era stato apposto successivamente, come ammesso dallo stesso partito. Nella giornata di ieri è spuntata una sentenza del Tar del Friuli Venezia Giulia, confermata dal Consiglio di Stato, che di fatto autorizzerebbe questo tipo di “post-datazione”. Sempre ieri, ilfattoquotidiano.it ha riportato la testimonianza del notaio Ebner, che non ricordava i particolari della vicenda. Oggi il professionista ha ricontattato la redazione per ricostruire i dettagli del caso.

Notaio Ebner, allora lei era presente o no all’autenticazione richiesta dal M5s?
Certo che ero presente, sono andato a controllare, ricordo anche il giorno. C’è la mia firma, ero io, e ci mancherebbe pure! E’ nelle altre procedure, ovvero alle firme che hanno preso i cancellieri, che io non ero presente.

Ci aiuti a capire: la procedura è avvenuta in maniera corretta o no? Quel documento è un falso oppure no?
Per quello che è di mia competenza è avvenuto tutto regolarmente, l’autentica è stata fatta in maniera corretta, quindi quel documento è valido.

Secondo la ricostruzione però è stata lasciata una casella in bianco e, successivamente al suo timbro, è stato apposto un numero a penna. Questo è permesso?
E’ semplice: il documento è stato firmato e quindi autenticato come l’hanno predisposto loro. Poi il resto è solo una questione di trasparenza e di validità della lista. L’autentica è stata fatta all’inizio invece che farla dopo, ma la sostanza non cambia. Il mio lavoro è solo quello di riconoscere la persona che ha firmato.

Insomma il dato è irrilevante? Anche se il documento è cambiato?
Certo. Io non ricordo com’è stato predisposto quel documento, per come l’hanno detta loro, il numero delle firme l’hanno aggiunto dopo. Però è un dato irrilevante, credo, perché le sentenze dicono che non ci sono controindicazioni.

Quindi lei ci sta dicendo che lei riconosce la firma, non il contenuto del documento?
Certo, il documento rimane comunque regolare, l’autentica rimane quella, la certificazione dell’identità della persona che firma quel documento non si modifica.

Esistono due originali o è uno solo? Lei ha in archivio una copia del documento?
No, l’originale è uno solo, lo dice la parola stessa, e quello che rimane al cliente. Ripeto, l’autentica della firma riguarda l’identità della persona.

E il valore del documento resta intatto?
L’autentica rimane e non si perde il valore. Non so poi quale sia stata la procedura che ne è stata seguita, non è mio compito. Per quello che è di competenza mia quello è stato fatto tutto in maniera corretta, certificata e regolare e non ci sono altre cose da aggiungere. Per le procedure successive, non mi esprimo, ovviamente”.

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