“Una democrazia senza regole non è una democrazia, noi abbiamo le nostre regole. Io sono il garante e le faccio rispettare, chi non è d’accordo si faccia un altro partito”. Beppe Grillo, a Roma per un convegno sull’acqua pubblica organizzato dal Movimento 5 stelle in Parlamento, ha prima fatto finta di mordere i microfoni dei giornalisti e poi ha risposto alle domande sul caso di Genova. L’annullamento del voto delle comunarie e il cambio del candidato per le amministrative in corsa continua a far discutere: da una parte ci sono le critiche degli altri partiti, dall’altra i malumori e le perplessità interni al Movimento. Per il deputato di Savona Matteo Mantero la vicenda è solo “il risultato di una guerra fra bande” di cui in tanti sono responsabili e pure la consigliera regionale Alice Salvatore. L’obiettivo del leader e dei vertici del Movimento è quello di mettere a tacere le polemiche, sperando che gli elettori si dimentichino in fretta dell’accaduto. Intanto espulsi e dissidenti cercano di organizzarsi, tra chi guarda al movimento di Pizzarotti “Effetto Parma” e chi invece ha partecipato al raduno di Alternativa Libera. La candidata che ha perso “il titolo”, Marika Cassimatis, sta valutando se muoversi per strade giudiziarie. E intanto ha contattato l’avvocato Lorenzo Borré per alcuni chiarimenti.

Il viaggio di Grillo a Roma era in programma già da alcuni giorni. Dallo staff assicurano che non è sceso nella Capitale a causa della crisi provocata dalla vicenda di Genova, ma di fatto l’argomento è stato al centro delle discussioni. Ai giornalisti che gli chiedevano chiarimenti, ha risposto: “Voi siete un po’ violenti con me. Oggi non faccio dichiarazioni. E’ tutto spiegato sul blog”. Il leader M5s è arrivato a Roma domenica 19 marzo in serata, poi lunedì in mattinata ha avuto due colloqui privati in hotel: ha pranzato con il presidente Adusbef Elio Lannutti e poi ha avuto un colloquio privato con il senatore Vito Crimi. Nel primo pomeriggio, scortato dal responsabile comunicazione a Palazzo Madama Rocco Casalino, è andato a Montecitorio.

Intanto i dissidenti si guardano intorno per studiare i prossimi movimenti. Il consigliere regionale ligure, ormai ex M5s, Francesco Battistini ad esempio domenica 19 marzo ha partecipato alla costituente di Alternativa libera, organizzata dall’ex storico Massimo Artini. “Dalla convention di Palermo nel M5s c’è stata una deriva autoritaria, oggi ci sono cerchi magici in ogni Regione”, ha detto davanti alla platea. “Sarà un effetto domino e Grillo, facendo votare su scala nazionale alle comunarie e non solo gli iscritti di Genova, ha violato lo Statuto”. La rete di Al potrebbe unire i propri sforzi con il movimento che il sindaco di Parma ex M5s Federico Pizzarotti sta cercando di lanciare a livello nazionale. Si chiama Effetto Parma in Emilia, e in Liguria ha già trovato adepti come i fuoriusciti guidati dall’ex Paolo Putti che hanno dato vita a Effetto Genova. Cassimatis invece, dopo qualche giorno di caos, ha scelto di annullare le interviste e convocare una conferenza stampa nelle prossime ore. Molto probabile che si candidi comunque e non si esclude un suo avvicinamento a “Possibile“, la formazione politica di Pippo Civati. Per il momento sono solo indiscrezioni e si attendono le sue dichiarazioni ufficiali. Questa volta per i 5 stelle è difficile liquidare il caso come semplice intervento contro un dissidente e lei sta valutando se ricorrere a vie legali per difendere la sua posizione.

I parlamentari 5 stelle oscillano tra i malumori di chi deve difendere una situazione di cui sa poco e il tentativo di tornare a parlare di politica nazionale. “Perché lo chiedete a me? Chiedete a Grillo. È una decisione che ha preso il blog. Ha parlato e a noi va bene così”, ha detto la senatrice Paola Taverna. Prima di lei era toccato ad Alessandro Di Battista smentire i retroscena che lo davano infastidito per la presa di posizione del leader. Il leader M5s oggi, in favor di telecamere, lo ha abbracciato per dare un segnale: ancora una volta è il momento di essere compatti.

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