L’isola-carcere livornese di Gorgona rischia di diventare una polveriera. I 26 agenti penitenziari devono infatti gestire un numero di detenuti che negli ultimi mesi è quasi raddoppiato (i reclusi sono attualmente un centinaio), senza contare che all’interno della stessa popolazione carceraria è aumentata la tensione perché non c’è abbastanza lavoro per tutti. Continuano inoltre i casi di autolesionismo: soltanto nelle ultime settimane ne sono stati registrati cinque (lo scorso 22 febbraio un carcerato ha ingoiato una pila). Le difficoltà di collegamento rendono poi tutto più difficile: se il mare è molto mosso Gorgona rischia davvero di restare isolata per giorni. Ad accendere i riflettori sui problemi dell’isola è stato nei giorni scorsi il Tirreno. Il fattoquotidiano.it ha cercato di contattare la direttrice del carcere Santina Savoca ma il suo staff ha fatto sapere che la dottoressa preferisce non rilasciare dichiarazioni. Nessun commento anche dal provveditore regionale dell’amministrazione penitenziaria Giuseppe Martone, che – come ci è stato riferito -“è in congedo“.

“15 agenti per 100 detenuti”-  A spiegare la situazione sull’isola carcere è invece Pierangelo Campolattano della Fns-Cisl . “Negli ultimi mesi i detenuti sono raddoppiati, adesso sono un centinaio mentre gli agenti sono 26 – racconta il sindacalista della polizia penitenziaria – Il personale andato in pensione o trasferito non è stato rimpiazzato: dovremo essere almeno una quarantina. Considerando i turni di riposo, gli agenti quotidianamente in servizio sono una quindicina”. Troppo pochi per gestire il “boom” di arrivi: “Una ventina di nuovi detenuti è giunta prima dell’estate da Livorno (l’ex sezione femminile della casa circondariale Le Sughere è in ristrutturazione, ndr) mentre un’altra trentina è arrivata da ogni parte d’Italia a fine 2016″. Perché tanti nuovi arrivi? “Santi Consolo, capo del dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, vuol valorizzare l’esperienza dell’isola. Fino al momento sono però arrivati soltanto detenuti in più: adesso servono più agenti”, spiega Campolattano. Preoccupato anche Andrea Morini, assessore del comune di Livorno con delega alla Gorgona: “Va risolto al più presto lo spread tra agenti e detenuti”.

“Tanti colleghi vorrebbero lavorare sull’isola”- Il mancato rimpiazzo del personale – continua Campolattano – è legato all’accorpamento amministrativo del carcere di Gorgona con quello di Livorno: “Fino al 2013 – dice – un agente poteva chiedere di esser trasferito sull’isola per poter beneficiare di 4 punti aggiuntivi in graduatoria. Oggi Gorgona non è però più considerata sede autonoma dunque quel bonus non viene più riconosciuto. E’ un peccato, numerosi colleghi da molte parti d’Italia sarebbero disposti a lavorare sull’isola”.

“Poco lavoro, sale la tensione fra detenuti” “Qui hanno fatto venire persone che non sono adatte per questo tipo di detenzione” ha evidenziato il sindacalista, ricordando che sull’isola venivano generalmente inviati detenuti ai quali era stata riconosciuta la buona condotta o con una pena lunga giunta quasi alla fine. La “vocazione” di Gorgona è poi sempre stata quella di permettere ai detenuti di lavorare (agricoltura, muratura, allevamento zootecnico) per favorire il loro reinserimento sociale: “I fondi sono però insufficienti per far lavorare tutti e questo crea malcontento, anche perché molti reclusi sono arrivati in Gorgona proprio con la speranza di lavorare”.

Il garante dei detenuti: “Gorgona è stata per anni un esempio” –  “Gorgona ha rappresentato per tanti anni l’esempio di un modo diverso di intendere la pena, un modello mirato al reinserimento sociale. La realtà di Gorgona ha senso solo se i detenuti possono lavorare”, dice invece Marco Solimano, garante dei diritti dei detenuti di Livorno. Il lavoro per tutti i detenuti però adesso non c’è: “E l’equilibrio si è rotto, generando tensioni”. Solimano spera che la situazione possa migliorare presto: “I lavori di ristrutturazione a Livorno sono quasi ultimati, mi auguro che entro due mesi una parte dei detenuti venga riportata alle Sughere“. Di idee per “valorizzare” ulteriormente l’isola ce ne sarebbero molte: “A Gorgona è stato realizzato un seminario nazionale dei magistrati di sorveglianza. Perché non fare dell’isola un vero e proprio centro convegnistico nazionale?”.

“Collegamenti difficoltosi” – Gorgona, frazione del comune di Livorno, è la più piccola (220 ettari, lunga 3 chilometri e larga 2) delle isole dell’Arcipelago toscano. I collegamenti non sono facili. La motonave Superba della Toscana Mini Crociere che per la maggior parte dei mesi garantisce il collegamento, al momento è ferma. “La convenzione con il comune – spiega Alice Colli di Toscana Mini Crociere – prevede almeno un collegamento settimanale per 10 mesi l’anno. A gennaio e febbraio la motonave è però ferma per il rimessaggio”. “Fino a qualche anno fa potevamo contare anche sulla Toremar ma il servizio, che garantiva il 90% dei trasferimenti, è stato sospeso. Noi abbiamo a disposizione 4-5 motovedette, ma si tratta di mezzi con oltre 20 anni bisognosi di continui collaudi. In alcuni casi il mare troppo mosso non permette di effettuare il collegamento: in passato è capitato di restare isolati anche per sette giorni“, racconta sempre il sindacalista Campolattano. Le motovedette degli agenti effettuano spesso una sorta di “servizio taxi” in favore dei familiari dei detenuti: “Ma quando il mare è troppo mosso non possiamo partire, col risultato che i familiari giunti da ogni parte d’Italia sono costretti a tornare indietro”.

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