Niente cerimonia degli Oscar per Khaled Khateeb, 21enne siriano, direttore della fotografia del cortometraggio documentario The White Helmets, candidato come miglior cortometraggio. Le autorità statunitensi per l’immigrazione gli hanno vietato l’ingresso nel Paese per aver scoperto alcune “informazioni negative” che lo riguardano. Una definizione che può essere riferita a qualunque cosa, dai legami col terrorismo a una irregolarità del passaporto. Episodio spiacevole con l’ufficio immigrazione anche per Mohammed Ali Jr., figlio 44enne della leggenda del boxe, fermato all’aeroporto di Fort Lauderdale con la madre e interrogato per due ore.

La notizia arriva a due settimane di distanza da quando la Corte d’Appello di San Francisco ha rigettato la richiesta dell’amministrazione Trump di reintrodurre il bando all’immigrazione da sette Paesi musulmani. Un bando che ha già privato del red carpet di Los Angeles della presenza del regista iraniano Ashgar Farhadi. A meno di sorprese dell’ultimo minuto, l’autore de Il Cliente, già premio Oscar nel 2010 con il film Una separazione, non parteciperà infatti alla cerimonia, se non con un video-messaggio. Nel caso di Khateeb, il cosiddetto Muslim Ban però non c’entra nulla. È stato il Dipartimento della sicurezza ha decidere di vietare l’ingresso al giovane siriano, che sarebbe dovuto arrivare negli Stati Uniti domenica con un aereo della Turkish airlines proveniente da Istanbul.

Secondo una corrispondenza interna a cui ha avuto accesso l’Associated press, i funzionari dell’immigrazione gli hanno fatto cambiare programma dopo aver scoperto alcune “informazioni negative”, non meglio precisate. Un portavoce del dipartimento, interpellato, si è limitato a dire che “per entrare nel nostro Paese ci vuole un documento valido“. Khateeb sarebbe stato trattenuto in Turchia dopo aver già ottenuto il visto per recarsi a Los Angeles, in accordo con le indicazioni giunte dagli Stati Uniti. Il cortometraggio di cui il giovane era direttore della fotografia, The White Helmets, è un documentario prodotto da Netflix che racconta le gesta della ‘difesa civile siriana’, una organizzazione umanitaria di protezione civile formatasi durante la guerra, i cui membri indossano caschi bianchi, da cui il titolo. La pellicola di 40 minuti è diretta da Orlando von Einsiedel.

Risale invece allo scorso 7 febbraio la vicenda raccontata dall’avvocato di Mohammed Ali Jr. Il figlio di The Greatest è stato fermato con la madre Khalilah Camacho-Ali e interrogato per due ore presso l’ufficio immigrazione. I due stavano rientrando dalla Giamaica. “Sei musulmano? Da dove hai preso il tuo nome?”, le domande più volte ripetute al figlio del pugile dai funzionari. Il padre, Cassius Marcellus Clay, dopo aver conquistato nel 1964 il titolo mondiale dei pesi massimi, si unì al gruppo afroamericano Nation of Islam e cambiò nome in Mohammed Ali. È morto il 3 giugno scorso all’età di 74 anni dopo una lunga battaglia contro il Parkinson.

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