Nella complessa vicenda del crac Divania e Unicredit si inserisce un’altra sentenza. La IV sezione civile del tribunale di Bari ha condannato la banca Unicredit spa al pagamento di 7,6 milioni di euro in favore della curatela del fallimento Divania, la società barese produttrice di divani dichiarata fallita nel 2011.

Il Tribunale, dichiarando la propria incompetenza territoriale con riferimento ad alcune richieste risarcitorie, si è pronunciata nel merito accogliendo parzialmente le domande della curatela per 157 operazioni in derivati sottoscritte fra il 1998 e il 2005. I giudici civili hanno dichiarato la nullità di quei contratti, condannando l’istituto di credito a restituire somme per circa otto milioni di euro. Per gli stessi contratti, oggi dichiarati nulli, Unicredit è stata condannata nel maggio scorso al pagamento di altri 12,6 milioni di euro corrispondenti alle presunte perdite dovute agli investimenti in derivati.

Sulla vicenda pende inoltre dinanzi al Tribunale penale l’udienza preliminare relativa alla richiesta di rinvio a giudizio dei vertici Unicredit, imputati per concorso in bancarotta fraudolenta della società Divania. In questo procedimento il pm della Procura di Bari Isabella Ginefra contesta a 16 persone, tra le quali gli ex amministratori delegati Federico Ghizzoni e Alessandro Profumo, oltre a manager e funzionari della banca, di aver distratto dai conti della società oltre 183 milioni di euro, ingannando l’imprenditore Saverio Parisi e inducendolo a sottoscrivere 203 contratti derivati che, in pochi anni, secondo l’accusa, avrebbero portato la società al dissesto e al successivo fallimento.

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