Sono sinceramente commosso per le centinaia di commenti affettuosi che hanno fatto eco al mio precedente post e per l’impressionante ritmo con cui è stato fatto rimbalzare sui social quel che ho scritto. In tanti mi hanno detto “grazie”, facendomi venire i “lucciconi” agli occhi, regalandomi la solidarietà più sincera, facendomi capire che ne è valsa la pena, dandomi prova che tutti noi meritiamo l’impegno e il sacrificio che molti – nel pubblico e nel privato – spendono ogni giorno per avere e dare un Paese migliore.

Le vostre parole, garbate e non urlate, sono la più nobile testimonianza del lato migliore di questa Italia e dell’inarrestabile desiderio di cambiare davvero uno stato di cose che non si può più tollerare. Valgono più di qualunque medaglia al valore o onorificenza al merito.

Siete proprio voi i “partigiani 2.0”, quelli pronti a lottare – silenziosamente e non – per una nuova Resistenza. Solo con il vostro contributo, quotidiano, continuo, costante, si potrà sgombrare la melmosa nebbia che ci impedisce di vedere l’orizzonte e ostacola il passo verso un futuro in cui la dignità del singolo, anche dell’ultimo, trova il suo spazio e fa cadere nel vuoto le troppe inutili elemosine cadenzate dal calendario delle più diverse consultazioni popolari.

La dignità.

La dignità che ci hanno calpestato fino a portarci a farlo più o meno inconsciamente da soli.

Dobbiamo fare tutti la nostra parte e non agire per il rispettivo tornaconto senza aspettare che baleni una leadership vera e non teatrale, o che i fatti prendano il posto delle promesse fatue.

Il nostro rispetto vada alle tante persone che già lo fanno nella totale invisibilità, con la naturalezza e la serenità di chi non trova nulla di straordinario nel compiere al meglio il proprio dovere. Solo loro l’esempio da prendere, quelli da indicare ai giovanissimi e persino ai bambini che devono sapere di avere un eroe in casa.

Dovremmo smettere di idolatrare i sedicenti vip dello schermo o dei rotocalchi e cominciare a riservare attenzione e stima a chi – vicino a noi – tiene in piedi una Nazione claudicante. Il rango di “very important person” spetta alle mamme che lavorano e crescono i figli in mezzo a tante difficoltà, a chi si spreme in fabbrica, in negozio, in officina, in ufficio, a quelli che cercano un posto e si fanno mortificare per sopravvivere, ai troppi che non hanno nemmeno la fortuna di quella mortificazione e vivono di speranza non perdendo la tenacia di chi vuole farcela, a chi è pronto a dividere anche quel che non ha.

Il nostro “grazie” va a loro, meritevoli della prima pagina e del titolo di apertura.

Un’ultima osservazione.

In un momento storico così difficile non ci possiamo nemmeno permettere di litigare, ma piuttosto dobbiamo trovare la forza di svelare la similitudine che ci lega a chi abbiamo accanto o dinanzi. Se i “buoni” cominciano a fare “comunella”, la svolta è immediata.

Passeranno di moda il “furbo” che evade il fisco, l’amico “bravo” che ha inspiegabilmente fatto i soldi in un attimo, il collega che ha rubato la promozione a chi se la meritava. Sposteremo il nostro orologio senza aspettare scadenze prefissate e finalmente scoccherà l’ora… legale.

Ancora grazie amici miei. Semplicemente grazie.

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