Parliamoci chiaro: questa riforma è anticipata dagli studi mirabili di JP Morgan dove si spiega che le Costituzioni europee danno troppo potere ai Parlamenti e troppo poco ai governi e sono un ostacolo alla competitività. Questa è una riforma divisiva che crea due blocchi sociali: da una parte è schierato il potere e dall’altro il popolo”. Così Massimo D’Alema durante le conclusioni dal palco di un convegno a Roma sul referendum Costituzionale del 4 dicembre. “Non so se avete visto le immagini dell’assemblea della Coldiretti“, dice D’Alema che aggiunge: “Il segretario generale dichiara il Sì alla riforma. Tutta la presidenza applaude, mentre tutti i contadini fischiano. Lì è visibile la separazione tra il potere e il popolo“. E sulle dichiarazioni del presidente del Consiglio sull’apertura in merito alla modifica della legge elettorale, D’Alema ironizza sulle “cortine fumogene” che stanno alimentando il dibattito, perché “nessuno discuterà la modifica della legge elettorale prima dello svolgimento del referendum. “Renzi – prosegue D’Alema – un giorno annuncia un’iniziativa del Pd, il giorno dopo la smentisce: in questo c’è una variegata abilità comunicativa, una tendenza a dire e disdire che nella politica italiana ha un precedente illustre, magistrale (chiaro il riferimento a Silvio Berlusconi, ndr) al quale sembra ci si ispiri quotidianamente perfino dal punto di vista delle opere pubbliche necessarie (chiaro il riferimento al ponte sullo Stretto, ndr)

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