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Omicidio nel Varesotto, fermato il presunto assassino dell’uomo strangolato. Ha confessato

Secondo la versione del ragazzo, un 21enne ivoriano regolare in Italia, sarebbe stato lo stesso Silvestri ad invitarlo nella propria abitazione per avere un rapporto occasionale. Il cadavere era stato ritrovato dal fratello della vittima
Omicidio nel Varesotto, fermato il presunto assassino dell’uomo strangolato. Ha confessato
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Ha simulato di accettare un invito per un incontro occasionale a casa sua per rapinarlo, e poi lo ha ucciso. È durata cinque giorni la fuga del ventiduenne ivoriano fermato martedì notte dai carabinieri di Varese, con l’accusa di omicidio volontario pluriaggravato e rapina pluriaggravata del quarantenne Claudio Silvestri (leggi), soffocato e strangolato nella sua villetta di via Vittoria a Jerago con Orago (Varese).

Reo confesso, Emmanuel Djakoure non ha però saputo spiegare esaustivamente la dinamica del delitto che resta, al momento, ancora al vaglio degli investigatori. Arrivato in Italia insieme a sua madre con regolare permesso di soggiorno, cacciato di casa dallo zio con cui ha vissuto fino a qualche anno fa, lo straniero aveva precedenti penali per furto e rapina ed era schedato.

Secondo quanto ricostruito dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Varese, la vittima avrebbe incontrato il suo omicida alla stazione di Gallarate (Varese), offrendogli denaro in cambio di una prestazione sessuale. Secondo la versione fornita agli investigatori e al pm di Busto Arsizio (Varese) Nadia Calcaterra, Djakoure avrebbe accettato deciso a rapinare Silvestri, una volta arrivato a casa sua. Perché il giovane abbia finito per ucciderlo resta ancora da chiarire, lo stesso vale per le modalità. Il ventiduenne ha dichiarato di averlo soffocato a mani nude ma l’autopsia parla di soffocamento e strangolamento meccanico (ovvero con un oggetto morbido, ad esempio una sciarpa).

Messa a soqquadro la casa alla ricerca di denaro ed oggetti di valore, l’assassino è poi scappato trovando rifugio a casa di un amico a Lonate Pozzolo (Varese).
Da lì era pronto a fuggire in Svizzera come ha dichiarato ai militari, che sono arrivati a lui grazie ad un impronta lasciata su un vaso, sulla scena del delitto “Aveva una borsa pronta con passaporto e abiti e lui stesso ha dichiarato di voler fuggire in Svizzera – spiega il comandante del Reparto Operativo dell’Arma di Varese, collonnello Federico Ninni – lo abbiamo preso grazie all’instancabile lavoro dei carabinieri del Nucleo Investigativo di Varese e della Squadra Rilievi coordinati dalla Procura, alla collaborazione dei Ros di Roma e Milano, dei Ris di Parma e delle compagnie di Gallarate e Busto Arsizio”. Fermato, il giovane aveva con sé orologio, cellulare, macchina fotografica, denaro contante e profumi rubati a casa della vittima. Una volta nelle mani degli inquirenti ha ammesso le sue responsabilità. L’interrogatorio di garanzia potrebbe essere fissato già venerdì.

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