I fatti di Rouen non cambiano il quadro: “Finora la situazione dell’Italia si è rivelata sicura”, dice il ministro dell’Interno Angelino Alfano. Il capo del Viminale ribadisce che “gli italiani devono essere certi che giorno e notte lavoriamo per rendere il Paese più sicuro”. “Ci sono fatti di emulazione, di allarme, non immaginate quante telefonate di italiani riceviamo che raccontano sospetti, ma preferiamo così al fatto che accada qualcosa di negativo”. Gli ultimi due episodi di allarme in Italia, proprio ieri, a Ventimiglia e alla stazione centrale di Milano. Nel primo caso si trattava di vero allarmismo (due telefonate anonime che avevano annunciato la presenza di due ordigni mai trovati), nel secondo ci sarà da fare qualche indagine in più visto che si trattava di un marchingegno con fili e circuiti.

La linea della prudenza è quella del ministro degli Esteri Paolo Gentiloni: “Nessuno può sentirsi immune dalla minaccia terroristica” dice in un’audizione alle commissioni Esteri e Difesa. Ma secondo Gentiloni “non alimentiamo la leggenda per cui se noi non attacchiamo, questi non attaccherebbero l’Europa“. “Hanno colpito da forti e colpiscono da deboli” aggiunge. Per fronteggiare questa minaccia, ha aggiunto, serve “coesione nazionale”.

In attesa della coesione nazionale il vicepresidente del Copasir Giuseppe Esposito (Nuovo Centrodestra) parla di “scontro di religione” iniziato oggi con l’attacco alla chiesa di Rouen. All’AdnKronos Esposito parla di “un atto di disadattati, ma anche di un atto di istigazione ad una guerra santa, che è il vero obiettivo del ‘porco califfo nero‘”. “Ora bisogna rispondere con maggiore durezza, tagliando subito i ponti alla mediaticità degli eventi – sottolinea Esposito – come è stato fatto quando non si mostravano in video le esecuzioni dell’Isis“. Secondo il vicepresidente del Copasir, dunque, bisogna “diminuire talk show e parte mediatica sul terrorismo”. “In queste ore dobbiamo resistere – conclude Esposito – Dobbiamo rilanciare i valori per non farci sopraffare, dobbiamo rispondere con durezza a tutti i disadattati terroristi che magari con un semplice coltello colpiscono soft target, emulando i jihadisti, senza, forse, saperne il perché”.

Il vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri (Forza Italia) tira in ballo l’immigrazione: “È in atto un’offensiva contro le nostre democrazie e la nostra civiltà, condotta prevalentemente da persone di religione islamica che arrivano dal Nord Africa o dall’Asia. È questa la realtà”. Quindi per fronteggiarla “non servono inutili preghiere o fiori e lumini nelle strade. Occorrono armi e prigioni, il blocco immediato di ogni tipo di immigrazione e una gestione nelle zone limitrofe la Siria dei profughi che non devono arrivare sulle nostre terre. È una scelta obbligata e doverosa. L’alternativa è farsi massacrare in casa inermi. E questo non è più accettabile”.

Non fa mancare il suo commento, attraverso twitter, il segretario federale della Lega Nord Matteo Salvini.

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