Assolto perché il fatto non sussiste. Gerardo Bombonato, ex presidente dell’Ordine dei giornalisti dell’Emilia-Romagna è stato scagionato dall’accusa di truffa e falso che lo aveva portato nel 2014 alle dimissioni dalla carica. Il giudice del tribunale di Bologna Silvia Monari ha emesso la sentenza dopo che anche la procura durante il dibattimento aveva chiesto l’assoluzione, sia per Bombonato che per l’altro imputato Raimon Dassi. Anche Dassi, che è stato assolto con la stessa formula, al momento del rinvio a giudizio si era dimesso dalla carica di assessore nel comune di San Lazzaro di Savena. Originario del Camerun, era stato il primo assessore di origine straniera in Emilia-Romagna e membro del forum nazionale del Partito democratico per l’integrazione.
Secondo l’ipotesi iniziale della Procura, nel 2009 Bombonato – che oltre a essere presidente dell’Ordine, ricopriva la carica di capo ufficio stampa del consiglio regionale – pagò Dassi, esperto web e allora collaboratore informatico della Regione, per un corso di formazione indirizzato ai giornalisti e agli impiegati dell’ufficio. Un progetto che doveva portare alla costruzione del software e del sito del consiglio regionale e alla sua successiva utilizzazione da parte dei dipendenti stessi dell’ufficio. Ma secondo la ricostruzione con cui i due erano stati portati a processo, il corso non sarebbe mai stato portato a termine e Bombonato autorizzò comunque il pagamento dei 10 mila euro a Dassi.
L’avvocato Maria Grazia Tufariello, difensore di Bombonato, aveva sempre sostenuto che il monte ore del corso, che comprendeva anche una serie di attività collaterali alle semplici lezioni, era stato rispettato. E durante il processo anche la Procura è sembrata convincersi, tanto da chiedere l’assoluzione, seppur con formula dubitativa. Lo stesso Enzo Iacopino, presidente nazionale dell’ordine ha voluto commentare la notizia dell’assoluzione del suo “amico Gerardo Bombonato”: “Quando, a seguito dell’infamia di una lettera anonima, fu rinviato a giudizio, senza mai essere stato ascoltato, ne subì un trauma violento”, ha scritto Iacopino. “Per prima cosa fece quel che fanno tutte le persone perbene: si dimise da presidente dell’Ordine dei giornalisti dell’Emilia Romagna”. Poi Iacopino conclude: “Qualcuno, miserabile, ne gioì, coltivando illusioni di uno strapuntino al sole”.