Quattrocentomila euro lordi di compensi in un anno sono troppi, anche se il beneficiario è un avvocato dello stato che ha collaborato con vari ministri – da Ruggiero a Frattini e Scajola – ed è stato consulente per gli affari legali della Camera dei Deputati. Danilo Del Gaizo, napoletano, 58 anni compiuti il 28 maggio, capo di gabinetto di Stefano Caldoro dal 19 aprile 2010 a giugno 2015, il periodo nel quale l’esponente socialista è stato presidente della giunta regionale campana, dovrà dunque restituirne una parte a Palazzo Santa Lucia. Precisamente 133.776 euro.

RICHIESTA RESPINTA Lo ha stabilito il tar Campania, con la sentenza della quarta sezione depositata il 16 giugno, che respinge la richiesta avanzata dall’interessato di annullare la domanda di rimborso inoltratagli ad agosto 2015, due mesi dopo l’insediamento del nuovo presidente di giunta, Vincenzo De Luca, dalla direzione generale per le risorse umane della Regione Campania.

OLTRE IL LIMITE Il caso nasce dalla mancata applicazione al capo di gabinetto di Caldoro del limite massimo retributivo per i dipendenti pubblici fissato dal decreto legislativo 201 del 2011. Secondo l’avvocatura dello stato, che si e’ espressa in tal senso con una nota a giugno 2015, dopo l’entrata in vigore della legge 471 del 2013 tali limiti avrebbero dovuto riguardare anche Del Gaizo, a partire dal 1 maggio 2014. Il giurista non avrebbe dovuto dunque incassare, per quell’anno, più di 263.886 euro lordi. E’ andato, invece, ben oltre quella soglia. Nel 2014 ha percepito, infatti, 208.000 euro lordi in qualità di avvocato dello stato e 188.000 euro lordi come indennità a carico della Regione. Pari, quest’ultima, al trattamento economico accessorio più elevato corrisposto ai dirigenti coordinatori di area e maggiorato del cinquanta per cento. Il totale, poco meno di 400.000 euro lordi all’anno, ha sforato di 133.776 euro il limite per i pubblici dipendenti.

FISCHIA IL VENTO Ad agosto 2015, dunque, mutato il vento politico in giunta, dagli uffici regionali è partita una missiva indirizzata all’ex capo di gabinetto, per chiedergli di restituire il surplus. Il destinatario non l’ha presa bene e si è rivolto a due avvocati amministrativisti, Giuseppe Palma ed Angelo Piazza, per ottenere l’annullamento della nota regionale. Nel ricorso, i legali di Del Gaizo hanno sostenuto, tra l’altro, che i limiti ai compensi si applicherebbero esclusivamente ai dipendenti delle amministrazioni statali e non a quelli degli enti locali, in primis delle Regioni. Hanno inoltre evidenziato che Palazzo Santa Lucia, nel 2014, non aveva approvato alcuna norma di adeguamento al provvedimento legislativo statale taglia stipendi e che, pertanto, quest’ultimo non avrebbe mai potuto trovare applicazione al caso del loro cliente.

QUESTIONE DI PRINCIPIO Ancora, hanno obiettato che avrebbe dovuto essere De Luca in persona e non un funzionario regionale a chiedere all’ex capo di gabinetto di Caldoro la restituzione dei soldi, perché “è di competenza del Presidente della Giunta regionale anche la determinazione del trattamento economico dei responsabili degli uffici di diretta collaborazione e del personale, dirigente e non, chiamato a far parte degli stessi”. Argomentazioni che però non hanno convinto i magistrati. Non c’era alcun bisogno di una legge regionale che recepisse quella nazionale, scrivono tra l’altro i giudici nella sentenza, perché” la norma statale è di principio. Tale tipo di norma, nei limiti in cui pone un divieto, trova direttamente ed immediatamente applicazione”. Quanto all’obiezione secondo la quale i tetti stipendiali varrebbero solo per i dipendenti delle amministrazioni statali, le toghe obiettano:”E’ pacifico che le Regioni debbano adeguarsi al nuovo limite, atteso che tale obbligo non lede le loro attribuzioni costituzionali”.

CONSIGLIO IN ARRIVO Del Gaizo potrà ora cercare la rivincita al Consiglio di stato. Qualora ne uscirà sconfitto, dovrà pagare. La cifra, recita il provvedimento notificatogli da Palazzo Santa Lucia dieci mesi fa, sarà destinata “alla riduzione dell’indebitamento regionale”.

 

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