La settimana passata ho scritto della inutilità dello scontro sull’art. 5 della legge sulle unioni civili: la legge 184 del 1983 consente da anni l’adozione del figlio di uno dei compagni di un’unione omosessuale da parte dell’altro. Oggi torno sull’argomento per il contemporaneo verificarsi di due avvenimenti connessi a questo problema: una sentenza del Tribunale di Roma che ha autorizzato un’adozione di questo tipo (addirittura una doppia adozione incrociata, ognuna delle due compagne di una coppia lesbica ha adottato la figlia dell’altra, entrambe nate a seguito di inseminazione artificiale); e la pubblica dichiarazione di Alfano che vuole inserire il reato previsto dall’art. 12 della legge 40/2004 tra i reati punibili ex art. 7 del codice penale, quelli commessi all’estero per i quali non occorre la richiesta di procedere da parte del ministro della Giustizia (per tutti gli altri reati commessi all’estero, sempre che la pena massima sia inferiore a 3 anni, occorre la richiesta del ministro – art. 9 del codice).
La sentenza del Tribunale di Roma dimostra la profonda ignoranza dei politici che, presuntuosamente, insistono nell’occuparsi di cose che non conoscono. L’art 44 della legge 184/1983 consente l’adozione del figlio del coniuge: dal momento che le unioni civili sono state parificate al rapporto coniugale (con l’esclusione dell’obbligo di fedeltà: la volgarità di questi sedicenti credenti è rivoltante), questa norma si applica anche all’unione civile omosessuale; come a quella eterosessuale, ma su questa nessuno ha da ridire. Sicché la battaglia sulla stepchild adoption è coltivata a evidenti quanto vergognosi fini elettorali.
L’iniziativa di Alfano è ancora più ridicola. L’utero in affitto costituisce reato, è vero; che però può essere commesso soltanto da chi “realizza, organizza o pubblicizza la maternità surrogata”. Dunque, avrà pensato Alfano, dall’uomo che ha fornito lo sperma e dalla donna che ha messo a disposizione l’utero. Avrebbe dovuto leggere qualche rigo più oltre: “Non sono punibili l’uomo o la donna a cui sono applicate le tecniche…” di cui sopra.
Dunque chi vuole punire Alfano? I medici e gli infermieri canadesi, americani, spagnoli, olandesi etc etc? E per una condotta che, in quei Paesi non costituisce reato?
Ora, io lo so che questa gente legge o si fa leggere il Fatto Quotidiano; e comunque presto o tardi qualcuno dei loro aiutanti si metterà a studiare e li avvertirà: guardate che… Però attenzione. Non potete semplicemente abrogare l’art. 44 della L. 184/1983. Che fine faranno i figli dei vedovi che si risposano? Anche quelli eterosessuali, intendo. E nemmeno potete limitarne l’applicazione alle coppie eterosessuali: Cedu e Ue vi farebbero a strisce.
In fondo, in questo casino, vi ci siete ficcati per la vostra proterva e sciocca volontà di imporre la vostra visione del mondo a tutti. Come avete sempre fatto, fin dai tempi del divorzio per arrivare alla maternità assistita (finalmente resa accettabile dalla Corte costituzionale) e al fine vita, di cui ancora si aspetta la legittimazione.
Resta il fatto che ve la pigliate con i poveri; perché chi ha un po’ di risorse di voi si fa un baffo: se ne va a iniziare una nuova vita e a terminare quella che è arrivata alla fine nei Paesi civili. E voi non potete farci niente.
Il Fatto Quotidiano, 3 marzo 2016