E’ l’appuntamento elettorale più importante delle primarie Usa. Quello in cui si definiscono i candidati e si precisano i temi dello scontro politico. Sono 12 gli Stati che vanno al voto nel Super Tuesday 2016. 595 i delegati repubblicani assegnati; 1004 quelli democratici. Considerato che un candidato repubblicano ha bisogno di 1237 delegati per ottenere la nomination, e un democratico ne necessita 2383, si capisce quanto è importante il Super Martedì per le presidenziali USA. Ecco alcune delle domande politiche, e dei temi, cui il Super Tuesday darà probabilmente risposta.

Quanto è forte Donald J. Trump? I sondaggi danno Trump in vantaggio nel Sud, nel Nord-est, nel Midwest, ovunque. Il numero di Stati conquistati oggi, e le dimensioni della vittoria, diranno se il magnate newyorkese è davvero il candidato “inevitabile”; o se esistono ancora dei margini di manovra della dirigenza repubblicana per bloccare la sua ascesa.

Ted Cruz può vincere al Sud? Dopo la vittoria in Iowa, il candidato degli evangelici USA non ha più avuto occasione di emergere. Il Super Tuesday dirà la parola definitiva. Se riesce a conquistare alcuni bastioni del Sud conservatore, soprattutto il suo Texas, Cruz va avanti. Altrimenti, il suo ritiro è certo.

Marco Rubio è un candidato possibile? La dirigenza del G.O.P. ha puntato sul 44enne senatore della Florida come alternativa a Trump. Sinora, la scommessa è fallita. Rubio appare forte ma non fortissimo, capace di convincere alcuni settori dei repubblicani ma non di entusiasmare davvero, con un profilo più da vice-presidente che da presidente. Se Rubio oggi vince almeno un paio di sfide, soprattutto la Virginia e uno Stato del Midwest o del Nord-est, il sogno di farlo diventare l’alternativa a Trump può proseguire. Altrimenti anche lui è destinato a tornare a fare il senatore a Washington.

E’ finalmente la volta buona per Hillary Clinton? L’ex segretario di stato ha ottenuto un ottimo risultato in South Carolina e appare ormai come la candidata che i democratici presenteranno a novembre. Il Super Tuesday dovrebbe contribuire a dissipare gli ultimi dubbi. Sono soprattutto tre le cose da seguire. Che fetta del voto afro-americano la Clinton riuscirà ad aggiudicarsi: più è ampia, più la sua candidatura è certa. Quale sarà il suo risultato in Texas. Il Texas offre un numero consistente dei delegati del Super Tuesday: 222. Più voti raccoglie la Clinton in Texas, più la sua candidatura acquista rilievo nazionale. Infine, c’è il voto del Nord-est, bastione di Bernie Sanders. Se la Clinton ottiene un buon risultato, soprattutto in Massachusetts, la partita delle primarie democratiche è chiusa a suo favore.

Dove può arrivare Bernie Sanders? Considerato che il Sud è “terra Clinton”, il senatore del Vermont guarda soprattutto al Nord e al Midwest. Sanders oggi deve ottenere un buon risultato in Massachusetts, Minnesota, Oklahoma, Colorado. E questo, non tanto per rafforzare le sue chance di vittoria contro la Clinton – che sono esilissime – quanto per proseguire nella campagna fino a primavera inoltrata, raccogliere delegati e sperare così di contare nella stesura della piattaforma elettorale dei democratici alla Convention di Philadelphia, a luglio.

Ecco invece la mappa elettorale Stato per Stato, con sfide e pronostici.

Alabama
50 delegati repubblicani; 53 delegati democratici.
Repubblicani. L’Alabama è uno degli Stati con la popolazione più religiosa e conservatrice del Paese. Un sondaggio della Monmouth University dà Donald Trump in netto vantaggio.
Democratici. La percentuale dei neri in Alabama è doppia rispetto alla media nazionale. Un sondaggio Public Policy Polling (PPP) dà il 67 per cento del voto nero alla Clinton, contro il 22 per Sanders. Prevedibile una vittoria molto ampia per l’ex segretario di stato.

Alaska
Solo repubblicani: 28 delegati.
Trump non ha fatto campagna nello Stato. Ma l’appoggio che gli ha offerto l’ex governatrice Sarah Palin dovrebbe essere sufficiente per assicurargli la vittoria,

American Samoa
Solo democratici: 10 delegati.
I 55 mila residenti di questo gruppo di isole vicino all’Australia sono parte della “nazione” statunitense, ma non godono di diritti di cittadinanza. Quindi, votano alle primarie ma non alle elezioni generali.

Arkansas
40 delegati repubblicani; 32 delegati democratici.
Repubblicani. Il tipo di elettorato – bianco, non particolarmente scolarizzato – dovrebbe risultare la base perfetta per Trump. Ma l’Arkansas confina con il Texas, feudo elettorale di Ted Cruz. Qui nel 2012 vinse il moderato Mitt Romney; nel 2008 il conservatore Mike Huckabee. La lotta è aperta e incerta, sicuramente limitata a Trump e Cruz.
Democratici. Non dovrebbe esserci storia. Bill Clinton è stato governatore dello Stato.

Colorado
37 delegati repubblicani; 66 delegati democratici.
Repubblicani. Una norma introdotta dai repubblicani dello Stato prevede che i risultati di questi caucuses non vengano resi pubblici, e che i 37 delegati prescelti si mantengano indipendenti sino alla Convention di luglio. Non ci sono stati particolari sondaggi. A novembre una rilevazione Quinnipiac University dava Ben Carson avanti di sei punti su Marco Rubio. In tre mesi, il panorama politico è completamene cambiato.
Democratici. L’elettorato del Colorado è più giovane e istruito rispetto alla media nazionale. La cosa potrebbe favorire Sanders, che ha fatto campagna elettorale massiccia nello Stato.

Georgia
76 delegati repubblicani; 102 delegati democratici.
Repubblicani. Non sembra esserci storia. Trump appare saldamente in  testa in questo Stato che nel 2012 diede la vittoria a Newt Gingrich.
Democratici. Un elettore democratico su tre è nero. Anche qui non dovrebbe esserci storia. La Clinton è facile vincitrice.

Massachusetts
42 delegati repubblicani; 116 delegati democratici.
Repubblicani. Ancora una volta, Trump appare favorito, in uno Stato in cui il voto repubblicano è particolarmente “bianco” e working-class. Un suo comizio a Lowell ha attratto migliaia di persone.
Democratici. Il Massachusetts confina con il New Hampshire, dove Sanders ha vinto facile tre settimane fa. E’ uno Stato centrale per la strategia di Sanders che, in Massachusetts, non può perdere.

Minnesota
38 delegati repubblicani; 93 delegati democratici.
Repubblicani. E’ l’unico Stato dove Marco Rubio è vincente nei sondaggi.
Democratici. L’86 per cento dei residenti in Minnesota è bianco. La storia politica dello Stato è particolarmente liberal. Nonostante questo, Sanders è in difficoltà, dietro la Clinton.

Oklahoma
43 delegati repubblicani; 42 delegati democratici.
Repubblicani. Il vantaggio di Trump appare qui più esile che su base nazionale.
Democratici. E’ lo Stato del Midwest dove, per una forte presenza di elettorato bianco, Sanders ha più probabilità di vittoria.

Tennessee
58 delegati repubblicani; 75 delegati democratici.
Repubblicani. Prevedibile un testa a testa tra Trump e Rubio. Il governatore dello Stato ha appoggiato Rubio, mentre il suo vice ha parlato con entusiasmo di Trump, che avrebbe “elettrizzato la base repubblicana e gli indipendenti”.
Democratici. Non c’è molto da dire. Un altro Stato con una forte presenza elettorale degli afro-americani; un altro Stato dove la Clinton è favorita.

Texas
155 delegati repubblicani; 222 delegati democratici.
Repubblicani. Ted Cruz deve vincere in questo che è il suo Stato, la sua base elettorale e politica. Se non ce la fa, esce dalla corsa.
Democratici. Tutti i pronostici sono per Hillary Clinton. Sanders ha visitato il Texas questa settimana, ma per sette mesi non si era fatto vedere.

Vermont
16 delegati repubblicani; 26 delegati democratici.
Repubblicani. Nonostante si tratti di uno Stato del Nord-est, con una base moderata, anche qui Trump sembra essere riuscito a conquistare la maggioranza.
Democratici. E’ lo Stato del senatore Sanders, che appare destinato a vincere con facilità.

Virginia
49 delegati repubblicani; 109 delegati democratici.
Repubblicani. Potrebbe essere la vittoria importante di Rubio al Super Tuesday.
Democratici. Sanders, rispetto ai primi sondaggi dello scorso anno, appare in ripresa. Ma la Clinton gode dell’appoggio del governatore dello Stato e, ovviamente, della comunità nera.

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