“Hanno paura che io entri nel Pd. Bersani dice ‘non nel mio giardino’. Ma chi ci vuole andare nel Pd?”. E’ uno dei passaggi della lunga intervista che Denis Verdini (leader del gruppo di Alleanza Liberalpopolare-Autonomie) ha rilasciato a Enrico Mentana a Bersaglio Mobile (La7). L’ex coordinatore di Forza Italia spiega il suo distacco dal partito di Silvio Berlusconi e la scelta di sostenere il governo Renzi dopo la rottura del Patto del Nazareno. “Hanno un piede nel passato e la testa nel trapassato“, dice Verdini rivolgendosi alla minoranza del Pd e aggiunge: “Se io gli servo, a me va bene. Ma allora dovrebbero spiegarmi perché mi tirano continuamente le pietre. E sbagliano bersaglio”. “Qual è il bersaglio?”, domanda Mentana. “Si chiama Renzi“, risponde Verdini. “Bisogna che si rasserenino, io – aggiunge – li potrei portare in terapia di gruppo. Noi siamo determinanti al Senato per le riforme costituzionali“. Verdini poi dice: “Tra Renzi e Berlusconi vedo similitudini, vedo Renzi come continuatore della modernità. Renzi poi non è mai stato un antiberlusconiano viscerale, non parla con astio di nessuno, gioca, scherza… tratti simili a Berlusconi”. Il dialogo si sposta sulle prossime elezioni politiche. “Per chi voterebbe tra Renzi e il centrodestra?”, chiede Mentana. “Dipende da chi c’è nel centrodestra”, risponde Verdini che spiega: “Se è guidato da Salvini, voto Renzi. Su questo non ci piove”. L’ex forzista è anche critico nei confronti del M5S: “E’ un’aggregazione che non è adatta a governare, in quasi tutti i posti in cui governano sono in difficoltà”. Infine, un rimpianto: “Se Berlusconi fosse diventato presidente della Repubblica ci sarebbe stata una svolta straordinaria per questo Paese”

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