Una lista di sinistra ‘civica’ a sostegno del Pd e del candidato sindaco Virginio Merola, e una lista di sinistra ‘civica’ che correrà contro per portare i democratici al ballottaggio. Succede a Bologna, a cinque mesi dalle amministrative più incerte. L’aria che tira ai piani alti non è proprio delle migliori. I sondaggi non parlano di trionfi colti al primo turno e allora, da tempo, la partita delle amministrative 2016 sotto le Due Torri si gioca non solo al centro, dove la coperta renziana sembra essersi già distesa verso i centristi (il ministro Udc Galletti è bolognesissimo e conta in città), ma anche a sinistra.

Nel cratere di lavori in corso alla bolognese in cui si trovano brandelli sparsi di Rifondazione, Sel, liste Tsipras, civatiani e bersaniani, gli ‘umarells’ della politica non sono stati più a guardare e questa volta dicono di voler provare ad agire. L’estate scorsa è nata l’alternativa al Pd: la ‘Coalizione Civica’, un’associazione fondata da Mauro Zani, ex dirigente Pci/Pds che nel 2009 non ha aderito al Pd e da quel dì dal suo blog personale ha menato fendenti verso gli ex ‘compagni’ che nemmeno Beppe Grillo. Con lui viaggiano da quattro mesi i centri sociali che hanno nel leader Gianmarco De Pieri il più convinto ispiratore dell’alleanza; il gruppo di “Possibile”, l’ex area Pd di Civati; mezza Sel (i consiglieri comunali Mirco Pieralisi e Cathy Latorre) che ha mollato Merola finendo in Sinistra Italiana; l’ex assessore comunale alla cultura Alberto Ronchi – un passato nei Verdi ed ex assessore alla cultura della Regione Emilia Romagna – che due mesi fa è stato licenziato dalla giunta Pd per essersi opposto allo sgombero del collettivo Atlantide.

Un’armata Brancaleone che per il momento, nonostante l’eterogeneità di nomi e sigle, non si è sfaldata. E ha fatto un suonare un campanello d’allarme anche nel Pd. Così passate le feste natalizie, il piccolo asso nella manica. Roberto Morgantini, responsabile dell’ufficio stranieri della Cgil di Bologna, figura chiave del volontariato made in Bo, ha sentenziato: aiuterò Merola alle prossime amministrative. Pranzi sociali per i più poveri, aiuto ai carcerati e agli stranieri, amicizia e foto con Lucio Dalla e Maurizio Cevenini, Morgantini è sempre stato a fianco dei più deboli della città. Difficile ricevere qualche risposta direttamente da lui perché a quel numero non risponde mai nessuno. “Confermo la costruzione di una lista autonoma, indipendente, civica alleata al Pd”, spiega al fattoquotidiano.it la presidente del quartiere San Vitale, Milena Naldi, proveniente da Sel che con i rimanenti consiglieri comunali Lorenzo Cipriani e Lorenzo Sazzini farà parte del progetto Morgantini. “E’ un progetto di città per valorizzare le cose fatte bene da questa giunta: Morgantini ci mette il cuore e la popolarità perché l’empatia fragile che abbiamo con Bologna va ricostruita partendo da nuove idee sulla mobilità e la sicurezza. Confermo che vicino all’idea di questo progetto c’è anche l’assessore Frascaroli”.

La Coalizione Civica, comunque, incassa con aplomb. Qualche commento dei leader sulle loro pagine Facebook, ma nessun dramma. “La novità è che noi non siamo un esperimento di protesta ma di governo, e soprattutto vista l’unitarietà della proposta siamo un caso unico per l’intero paese, quindi l’esperimento potrebbe non fermarsi alle prossime amministrative”, spiega al fattoquotidiano.it Ronchi. “Con la nostra coalizione i partiti fanno un passo indietro e i cittadini ne fanno due in avanti”, racconta De Pieri (ai domiciliari dopo gli scontri dell’ottobre 2014 per la manifestazione delle Sentinelle in piedi e della presenza in città del Governatore di Bankitalia Visco). “Viviamo una crisi democratica aspra, una pochezza personale e culturale tra i signori delle tessere del Pd mai vista. Non ci si può candidare a governare la città come si faceva 30 anni fa. Il mondo è cambiato. Negli ultimi 10 anni a Bologna non c’è stata nessuna innovazione sociale ed economica. Il centro sociale Là Bas ne sa più di servizi sociali che i dirigenti degli uffici comunali”.

“Non sarei tornato a fare politica se non per il bersaglio grosso”, afferma Zani. L’obiettivo dichiarato da tutti è il ballottaggio. “Puntiamo al 10-15% almeno”, dice Cathy Latorre di Sel. “Il centrosinistra qui non esiste più”. “La destra in città è divisa, il Movimento 5 Stelle vive un momento surreale. E non dimentichiamo il 40% di astenuti in città alle ultime regionali. L’emergere di un nuovo civismo a Bologna ci porterà al ballottaggio”, spiega la 30enne Elly Schlein, europarlamentare, laureatasi a Bologna nel 2011, uscita dal Pd otto mesi fa e referente civatiana nell’agglomerato antiPd. Per metà febbraio 2016 i civici di sinistra si danno appuntamento per quella che sarà la scelta del candidato: primarie non ancora del tutto scartate, molto probabile l’assemblea generale (“un grande evento di due giorni”, ipotizza De Pieri) dove si voterà ad alzata di mano – una testa, un voto – per scegliere un nome o un ticket di governo. Il nome più quotato nelle ultime settimane è quello di Federico Martelloni, 40 anni, professore associato a giurisprudenza dell’Alma Mater, ma soprattutto componente della presidenza nazionale di Sel, scelta che sposterebbe ancor più lontano gli indecisi vendoliani dall’abbraccio mortale del Pd.

“E’ ora di buttare via le bandiere rosse”, rilancia De Pieri. “Uno dei mali della sinistra è stato quello di anteporre un’identità precostituita alle persone. Essere di sinistra oggi significa una cosa sola: tenere insieme libertà ed uguaglianza”. “La bandiera rossa è un simbolo che difenderò fino all’ultimo”, gli fa eco ironicamente Zani. “Ciò non toglie che non veda la realtà. I cittadini non hanno più fiducia nella politica. Oltretutto nel nostro appello iniziale come Coalizione Civica la parola “sinistra” nemmeno c’era. Ora ci troviamo alla fine del primo tempo, cioè un caso unico e storico per Bologna di aver unito tutto ciò che stava a sinistra del Pd. Il secondo tempo significherà una svolta civica radicale, andare oltre, aprirsi alla pancia della città. Spero molto anche in un confronto con gli elettori grillini”. “Questo nuovo soggetto politico servirà ad esempio per il paese intero. Ci ispiriamo a Podemos e alla sinistra in Grecia, movimenti politici tra cui ho più amici che qui a Bologna”, aggiunge De Pieri. “Sì, una Podemos al ragù”, chiosa Zani.

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