L’Italia non è più incagliata nelle secche, la svolta nel 2015 c’è stata, dice il presidente del Consiglio Matteo Renzi. Ma ora, con la sua newsletter, rilancia sui diritti civili, temi sui quali le svolte sono difficili da individuare e gli incagliamenti sono stati parecchi durante i 22 mesi di governo del segretario del Pd. “Ius soli, civil partnership, servizio civile e Terzo Settore” elenca il capo del governo, come se si facesse un nodo al fazzoletto. Se le riforme istituzionali, la legge sul mercato del lavoro, le misure sulla Pubblica amministrazione e sulla scuola sono andate in approvazione alla velocità di un treno, il capitolo dei diritti è ancora lì che aspetta. Le ragioni girano tutte intorno ai rapporti interni alla maggioranza, con il Pd che vuole fare presto e il Nuovo Centrodestra che deve “difendere” quel che resta del proprio nome e della propria tradizione. Così, mentre si formano gruppi di lavoro ristretti di maggioranza per trovare una quadra, potrebbe tornare d’attualità lo “schema Consulta” con il M5s che potrebbe fare da sostegno esterno. Certo, le situazioni sono diverse: lì era un accordo istituzionale, qui si parla di un provvedimento più marcato sotto il profilo politico.

Per far capire che il ritmo resterà lo stesso Renzi ricorda le cose fatte nell’ultima settimana, evidentemente alla rinfusa: Variante di valico, visita in Libano, riapertura di sei domus a Pompei, “un luogo che faceva notizia per i crolli e che adesso fa notizia per i restauri. Anche questo è cambiare verso”. Il 2015, dice il capo del governo, “ha visto l’approvazione di leggi attese da molto tempo. E spesso passate sotto silenzio. Dall’art. 18 alla legge elettorale, dalla tassa sulla prima casa all’Expo, dalla flessibilità al bicameralismo paritario, ci sono alcuni argomenti di cui i politici prima di noi hanno parlato per anni senza realizzare granché”. “Non solo abbiamo confermato” il taglio dell’Irap e la copertura degli 80 euro, “ma abbiamo anche eliminato le tasse sulla prima casa, le tasse agricole e gli 80 euro sono anche per tutte le forze dell’ordine. L’economia torna su, le tasse vanno giù”.

Renzi sceglie 15 azioni spiega tra l’altro che “un anno fa il Pil dell’Italia aveva il segno meno per il terzo anno consecutivo (2012 -2,3%; 2013 -1,9; 2014 -0,4). Quest’anno abbiamo cambiato verso: segno più. Più 0,8%”. Poi il Jobs Act grazie al quale, secondo il presidente, “la disoccupazione è scesa dal 13,2% all’11,5 (ancora alta, ma in discesa, finalmente). E ci sono oltre trecentomila occupati in più. Molti sono contratti a tutela crescente. Non è un caso se i mutui sono cresciuti in questo anno del 94%!”. Poi l’Italicum e le riforme istituzionali, l’eliminazione dell’Irap, gli 80 euro anche per tutte le forze dell’ordine, le tasse sulla prima casa, le tasse agricole, la riforma della Pa e la Buona Scuola, la cultura con venti direttori nuovi in venti musei e i restauri di Pompei, le battaglie con l’Unione Europea su migranti e flessibilità, il successo di Expo, la politica estera che ha portato l’Italia al tavolo sull’Iran, l’attenzione al sud “che mai nessuno prima”, le questioni della giustizia: “Falso in bilancio, responsabilità civile dei magistrati, corruzione, prescrizione, reati ambientali”. Anche se la prescrizione è ancora ferma all’approvazione alla Camera del marzo scorso, la legge sul falso in bilancio ha quello che è stato definito “un buco pazzesco”. “Ho segnato le prime quindici cose che mi sono venute in mente – conclude Renzi – Ma effettivamente l’elenco potrebbe essere molto più numeroso. È solo per dire che quest’anno abbiamo messo mano a tantissimi dossier che erano impantanati da anni”. Per il presidente del Consiglio infatti “c’è tanta fame di Italia nel mondo. Dovremo rendere sempre più semplice questo nostro bellissimo Paese. E vedrete che a quel punto non ce ne sarà per nessuno”.

 

 

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