Una nuova esplosione in Azerbaijan ha causato la morte di almeno 32 persone il giorno 5 Dicembre 2015.  E’ il più grande disastro ambientale dopo lo scoppio della Piper Alpha nel 1988 nei mari del Nord.

Siamo nel mar Caspio. La piattaforma 10 del Guneshli field in mare è scoppiata a causa di forti tempeste che hanno danneggiato una linea del gas causando una esplosione e un incendio che hanno ridotto in cenere la piattaforma.

Le operazioni di soccorso sono state difficili a causa di ben 8 metri di onde e forti venti. Purtroppo l’agenzia statale dell’Azerbaigian che controlla le operazioni petrolifere ha divulgato ben poche informazioni e non si sa molto di più. Anzi, la State Oil Company of Azerbaigian – SOCAR – non ha risposto alle domande dei giornalisti di mezzo mondo che la contattavano per maggiori dettagli. Non è la prima volta che succedono incidenti gravi qui, e la SOCAR ha spesso avuto problemi di sicurezza. Anzi, quello stesso giorno, una piattaforma diversa è crollata in mare e sono morte tre persone.

Secondo Mirvari Gakhramanly, il capo dell’ Oil Workers Rights Protection Committee dell’Azerbaigian, una sorta di sindacato, oltre ai 32 morti anche 42 feriti. Alcune immagini sono molto forti di corpi in mare e persone che disperatamente cercano di salvarsi.

Circa il 60% della produzione della SOCAR attraversa la linea che è stata danneggiata, fra cui anche petrolio della BP.

Ovviamente in Italia niente di tutto questo potrà mai succedere, perchè da noi è tutto più benigno e quindi possiamo continuare tranquilli a trivellare l’Adriatico da Venezia fino a Santa Maria di Leuca, i mari di Sardegna ed il golfo di Taranto. E’ sempre tutto ‘safe’ finché non lo é più.

Qui le immagini della piattaforma incendiata in Azerbaijan. 

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