È la serata di Mandzukic e Alex Sandro, finalmente all’altezza delle aspettative con cui erano arrivati quest’estate. E anche la serata di Massimiliano Allegri, che azzecca mossa (il croato al posto di Morata), modulo e impostazione tattica della partita. È la serata della Juventus d’Europa: di nuovo grande, come all’andata a Manchester, ancora vincente. Con le stesse armi: il City si arrende 1-0 allo Stadium, col suo sterile possesso, una formazione senza filtro a centrocampo, esposta per novanta minuti alle ripartenze bianconere. E battendo due volte su due il City, la Juventus si guadagna con merito il primo posto nel Gruppo D, salvo scivoloni all’ultima giornata (servirà un pareggio a Siviglia).

La classifica parla chiaro: al City bastava un pari per garantirsi il prezioso primo posto del girone. Eppure sono gli ospiti a fare la partita con un 4-2-3-1 molto offensivo, mentre la Juve, chiamata a vincere per il sorpasso, si rintana dietro col 3-5-2. Come già all’andata , però, il match dimostrerà che attaccare non sempre è la maniera migliore per vincere. Le scelte di Pellegrini non pagano, quelle di Allegri sì: dopo un quarto d’ora di giro palla inglese (e un’ottima occasione per Fernandinho) passa la Juve con una zampata di Mandzukic. Da bomber vero, quello per cui è stato comprato e pagato. Anche se gran parte del merito va ad Alex Sandro, che sforna il secondo assist consecutivo dopo quello di sabato per Dybala. E un pizzico anche all’arbitro Brych, che non fischia un probabile fallo su Otamendi (comunque ingenuo a perdere la marcatura).

I due che confezionano il gol sono anche gli uomini chiave del match: il croato sfiora il raddoppio chiamando Hart ad un grande intervento, Alex Sandro è una freccia a sinistra (ed è impossibile non chiedersi le ragioni del suo scarso impiego: appena tre presenze da titolare in campionato). Su quest’asse, e facendo perno su Pogba presente in mezzo, la Juve prende in mano la gara. Anche perché dopo lo svantaggio il Manchester scompare. Le trame ospiti si infrangono sistematicamente sulla diga della trequarti e i bianconeri ripartono pericolosi. Una cavalcata di Lichtsteiner si spegne solo sull’esterno della rete. Per rivedere gli ospiti ci vuole una follia di Marchisio in disimpegno, che regala la palla ad Aguero davanti alla porta. Bravo Buffon a murarlo. E di nuovo a inizio ripresa a salvare sulla linea su colpo di testa di Fernando.

Un errore e un calcio piazzato, occasioni estemporanee. Molto più costruita e clamorosa quella della Juve: contropiede fulminante, Morata (appena subentrato a Mandzukic) scucchiaia davanti a Hart, a porta spalancata Sturaro in spaccata si stampa sul palo. Il secondo tempo va avanti a strappi, sullo stesso canovaccio. Fino all’ottantesimo, quando prima Morata divora una chance clamorosa in campo aperto, poi Sterling fa di peggio in tap-in nell’area piccola, contraddicendo la dura legge del gol sbagliato gol subito. Nonostante i troppi errori e qualche brivido nel finale la Juve porta a casa 1-0 e qualificazione. L’avrebbe fatto comunque, visto il capitombolo del Siviglia a Monchengladbach (4-2 per il Borussia). Ma adesso i bianconeri sono in testa al Gruppo D, con due punti di vantaggio sul City. Arrivare primi significherebbe evitare Real Madrid, Barcellona e Bayern Monaco. La vittoria di stasera vale oro.

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