Oltre 250 eventi, oltre 150 volontari, oltre 20 location. La parola chiave della decima edizione di Segni d’infanzia – festival internazionale d’arte e teatro per le nuove generazioni in programma a Mantova dal 28 ottobre al primo novembre non poteva essere che una: “Oltre“. Un avverbio spazio-temporale che quest’anno gli organizzatori della rassegna pensata anche per le famiglie hanno deciso di appiccicare alla tradizionale formula dell’evento, che si chiamerà Segni d’infanzia e Oltre.

In tempi difficili per la cultura, con finanziamenti pubblici ridotti all’osso, difficoltà a reperire sponsor privati e a vendere biglietti per assistere agli spettacoli, sapere che una rassegna culturale arriva a spegnere dieci candeline è un’ottima notizia. Certo c’è da lavorare parecchio: “Versatilità e sacrificio – spiega Cristina Cazzola, direttore artistico della manifestazione – sono due caratteristiche che incarnano le poche persone che lavorano al festival. Riuscire a mettere in piedi un evento del genere, di richiamo internazionale (quest’anno arriveranno anche famiglie dalla Francia per assistere ad alcune performance, ndr) con le forze che abbiamo ha davvero del miracoloso”. E il sacrificio è anche quello degli artisti, che arrivano da tutta Europa e, per venire incontro agli organizzatori, sono disposti a lavorare a cachet ridotti. Per il resto la manifestazione sta in piedi grazie ai contributi pubblici, per un buon 30%, a sponsor privati e fondazioni (40%) e agli incassi della biglietteria (30%). Voce, quest’ultima, che “tiene” nonostante la crisi e le minori disponibilità di spesa delle famiglie. L’anno scorso le presenze sono state oltre 20mila e i biglietti staccati, più di diecimila. Un buon risultato. Il sindaco di Mantova, il neo eletto Mattia Palazzi (Pd), ha chiaramente detto che il Comune sarà costretto a fare delle scelte e sosterrà solo progetti strutturati e di richiamo internazionale. Fra questi rientra Segni d’Infanzia, insieme al Festivaletteratura e alla rassegna Trame Sonore dell’Orchestra da Camera di Mantova. Per il resto è finita l’era del “un po’ a tutti” ed è iniziata quella del “un po’ di più a pochi“. Almeno in ambito culturale.

Tornando al Festival Segni d’Infanzia, quest’anno la scelta è davvero ampia. Non solo spettacoli teatrali, ma anche progetti multidisciplinari che coinvolgono il cibo, la musica e importanti artisti. Il consiglio è di segnarsi alcuni eventi imperdibili. A partire dalla Chiacchierata fra tromba e pennello, pennino e violino con il trombettista Paolo Fresu, Sonia Peana e Alessandro Sanna (autore quest’ultimo anche dell’immagine simbolo del Festival: un pipistrello) pronti a raccontare l’avventura della musica che si fa immagine e viceversa. Da non perdere, poi, le Divagazioni Musicali per musicisti svagati degli istrionici musicisti della Banda Osiris e un’esilarante esempio di filastrocche da cameretta del concertato duetto a suon di rime baciate e note azzeccate di Bruno Tognolini e i musicisti dell’Orchestra da Camera di Mantova. Fra gli spettacoli di teatro puro promette emozioni in abbondanza Hana e Momò della Compagnia pugliese Principio Attivo. Una storia, liberamente ispirata a Favola d’amore di Herman Hesse, sull’importanza dell’amore e dell’accoglienza: due bambine molto diverse che, sedute attorno ad un grande cerchio di sabbia, immaginano storie e animano oggetti. Operazione coraggiosa, infine, quella rappresentata dallo spettacolo Settestella di Teatro all’improvviso impegnato a riportare sul palcoscenico dei bambini un’opera lirica con le musiche di Azio Corghi. Per informazioni visitare il sito www.segnidinfanzia.org.

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