L’Italia ha ribadito all’Ue la contrarietà alla produzione di formaggi senza latte fresco, mantenendo quindi l’attuale normativa nazionale. La lettera scritta dal governo italiano a Bruxelles è la risposta a una diffida ricevuta in giugno in cui la Commissione definiva troppo stringenti le leggi italiane sull’uso di surrogati nella produzione di latticini.

Secondo la procedura di infrazione avviata da Bruxelles la legge italiana n.38 del ’74, equivale a una misura protezionistica ed è quindi un ostacolo alla libera circolazione delle merci. Negli altri paesi europei, infatti, è consentito produrre sia formaggio che yogurt a partire da latte in polvere concentrato e ricostruito.

Phil Hogan, commissario europeo all’agricoltura, tramite il suo portavoce ha fatto sapere che “la Commissione ha ricevuto la replica dell’Italia, che ora sarà tradotta e analizzata dai servizi competenti”.

Bruxelles, inoltre, ha sottolineato che eventuali modifiche alle leggi evidenti riguarderebbero solo i prodotti standard e non quelli d’eccellenza made in Italy  con i marchi Dop e Igp, perché sono già tutelate dalla loro disciplinare di produzione.

Sull’argomento, Hogan si era già espresso in agosto: “Un’adeguata alternativa al divieto di impiegare latte in polvere nella produzione lattiero-casearia potrebbe essere un’etichettatura appropriata dei prodotti”.

Soddisfazione è stata espressa dalla Coldiretti, in prima linea nella crociata in difesa dei prodotti caseari: “E’ stato rispettato il patto salva formaggio italiano – ha detto il presidente Roberto Moncalvo – simbolicamente siglato dal presidente del Consiglio Matteo Renzi e dal Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina davanti a 30mila agricoltori della Coldiretti ad Expo dove il premier aveva “adottato” le specialità casearie tricolori contro il diktat europeo sul via libera all’utilizzo delle polveri”.

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